Piky e il Principe vanno d’accordo sul modo di crescere e
educare i propri bambini?
E’ una cosa che mi son sentita chiedere spesso da quando
sono mamma. Da mamme come me che insieme alla montagna di pannolini sporchi e divise
taglia puffo da lavare e stendere, si sono trovate con un rapporto di coppia
completamente stravolto e che somigliava sempre meno a un rapporto, sempre più
a una guerra e con una delle questioni base che è proprio questa: c’è accordo
sull’educazione dei figli? Sulla scuola, lo sport, le regole, le concessioni e
i divieti? Se a questa domanda si risponde di no, in genere son cavoli amari e
allora si che possiamo abbandonare la parola “rapporto” in favore di guerra.
Ora io potrei fare un figurone e, a questa domanda,
rispondere con un sonoro “si”, ci potrei pure aggiungere anche “in tutto e per
tutto” o aggettivi con lo stesso significato, sarei apprezzata e sentire un
onda di “ohhhhhhhhh” cui poi dovrei spiegare il mistero di tanta fortuna o
bravura ma fortunatamente le cose stanno diversamente perché io e il Principe
non siamo due cloni.
Ci siamo incontrati quando eravamo già due persone fatte e
formate, quando avevamo una visione della vita del tutto personale e oggi, come
allora, la pensiamo in modo diverso su tante e tante questioni, anche su quelle
che riguardano i nostri figli.
Come ci regoliamo? La ragione suggerirebbe la democratica e
correttissima “via di mezzo”, il venirsi incontro, trovare un compromesso, una
volta si fa come dico io, una volta come dici tu, ovvero un po’ per uno per
vivere tutti felici e contenti. Ma felici e contenti chi? Mamma e papà che non
discutono forse, non i figli però che si vedono affibbiare scelte a metà,
decisioni che non sono né carne né pesce, compromessi che probabilmente gli
confondono solo le idee e che hanno l’unico scopo di non far litigare mamma e
papà.
Credo che la via di mezzo sia la scelta giusta per salvaguardare il
rapporto di coppia ma non la loro educazione e comunque ho detto “forse”.
Io
alla politica della “via di mezzo”, non credo.
Non credo che un accordo tra genitori che si sistemano per
trovare la posizione più comoda per loro, sia la scelta più azzeccata per loro.
Credo nella condivisione di alcuni principi base ma per il resto credo anche
nella ricchezza che da la diversità…ed io e il Principe siamo diversi. Credo
che in alcune cose serva io, in altre serva lui, a seconda di chi dei due è più
“competente” in materia, e di chi ha l’approccio più giusto in quella
situazione. Credo che ci siano decisioni che non possiamo prendere insieme,
perché trovare un compromesso alla fine significa “non decidere” e sì, è vero
che la coppia va tutelata e protetta, ma lo è ancor di più l’educazione dei
nostri figli.
E allora perché non fidarsi? Se uno dei due è così convinto della
sua linea, se ha gli argomenti giusti, se si basa su convinzioni solide, perché
non ascoltarlo e poi appoggiarlo?
Mi son fidata del Principe quando confabulava con Leo sulla
scelta dello sport da praticare, senza intervenire. Lui si è fidato di me quando ho chiesto di
essere io a occuparmi dei compiti.
Mi fido del Principe quando programma le
vacanze per tutti, lui si fida di me quando decido che non tutte le esperienze
meritano di essere fatte.
Non troviamo un compromesso tra noi, non ci veniamo
in contro, semplicemente lasciamo all’altro il timone della barca. Spesso io
non so dove ci sta guidando, spesso non lo sa lui, ma ci fidiamo e tagliamo il
traguardo sempre in quattro.
E voi?
Noi ne parliamo e cerchiamo un linea comune. Se non la troviamo, prevale uno dei due, seppur senza settori di competenza netti, e l'altro segue senz'altro contraddire la linea. In generale, comunque, io mi occupo delle scelte quotidiane, mediche e scolastiche, vista la lontananza dell'Alpmarito e insieme le decisioni più rilevanti oppure decide che dovrà accollarsi eventuali oneri conseguenti. Ad esempio, se si tratta di decidere uno sport a cui dovrò portarlo sempre io, l'ultima parola spetta a me e via così..
RispondiEliminaSu alcune questioni, però, continuiamo a dibattere, ad es. il grado di autonomia da concedere al ricciolino. Per mio marito, infatti, potrebbe attraversare da solo strade poco trafficate e andare a fare acquisti a due passi da casa da solo, io non lo lascio neppure da solo in auto nel cortile non chiuso; lui lo lascia andare in bici per strada anziché sul marciapiede in strade non statali, io rabbrividisco, lui gli insegna a usare il coltellino svizzero piccolo per tagliare dal cibo al legno e giocare, io glielo sequestro tutte le domeniche sere, quando il papà va via ecc. . Devo dire però che io ricciolino queste discordanze non sembra considerarle incoerenze, quanto piuttosto diversi modi di pensare da "sfruttare" a suo vantaggio!
Scusa gli errori..
RispondiEliminaSai... non dovrei dirlo, ma sei fortunata, e ti spiego il perché. Io sono nata in un'epoca in cui le decisioni, tutte le decisioni, le prendevano le donne. Non che ci fosse da discutere di sport, di educazione o di altro. I principi base erano quelli, bisognava che i bambini li rispettassero e stop. Mio padre interveniva solo in rari casi, quando mia madre voleva che fossi punita.
RispondiEliminaQuando è nata mia figlia, non era cambiato molto, devo dire la verità. Sì, noi in casa discutevamo dell'educazione, ma molto (ancora troppo) era lasciato a me. E spesso dovevo fare gli occhiacci al marito perché magari interveniva in un castigo smentendo quel che avevo appena detto.
Mia figlia fa lunghissime discussioni con il marito su tutto: lo coinvolge (e lui è assolutamente partecipe) in qualsiasi cosa riguardi i bambini, e spesso - come voi - hanno visioni diametralmente opposte. Ognuno dei due cerca di perorare la propria causa, anche se hanno comunque gli stessi principi e le stesse idee di base.
Non so... si è passati da un estremo all'altro. Prima tutto era affidato alle mamme, ora si discute su tutto. Ci vorrebbe una giusta via di mezzo, affidando a chi a più competenza determinati compiti. Almeno credo.
separate alla nascita come sempre.
RispondiEliminaAnche noi così. E se di fronte a loro capita un dissenso vale chi ha parlato per primo, mai mettere in discussione il partner davanti ai bimbi, ne parliamo in separata sede.
Ma tutto va abbastanza liscio per fortuna con le discussioni del caso ma sono poche. Tra i due lui è più ansioso, io più "lascia che provino" ma ci compensiamo bene
A dirti la verità non so come vanno le cose in casa nostra. Certe cose le decido io, certe altre meritano la via di mezzo altre ancora il tuo metodo della competenza in materia. Molto dipende dalla materia in cui si è chiamati a decidere...
RispondiEliminaNoi ci scontriamo.
RispondiEliminaCiao Piky... a volte ritornano :)
RispondiEliminacome stai?
quanto al tuo post io son piuttosto d'accordo con te ma probabilmente non altrettanto brava. Il GG ed io siamo spesso in disaccordo perché io lo considero un po' meno "sul pezzo" di quanto mi sembrerebbe opportuno (pur essendo un padre presente intendiamoci) e così col tempo delle cose dei bambini mi sono sempre occupata quasi esclusivamente io. Organizzazione, compiti ecc..
Con l'adolescenza del Ric sono stati però uccellini per diabetici, perché da sola con lui non ce la facevo. E allora l'ho spinto ad "entrare" di più nel pratico con lui, anche perché è un'età in cui confrontarsi col maschio alfa serve al giovane leone per crescere, ma la verità è che spesso devo essere io a dirgli "vai a vedere se il Ric.. per favore ricorda al Ric che... " ecc ecc.
ciò nonostante, la risposta alla tua domanda iniziale, sono lieta di confermarti che è un bel si deciso anche da parte mia :)