Parlare di
mamma e parlare di conciliazione è come entrare in un campo minato, dove i
"diritti" della famiglia devono necessariamente vedersela con i
"diritti" di un paese in crisi che non può permettersi sbagli e
sprechi. Sì perché oggi, e non solo, una mamma che lavora è spesso considerata
uno spreco, un costo inutile e quindi, un taglio necessario. Mamma è sinonimo
d’inaffidabile, di permessi straordinari, uscite anticipate e imprevisti
quotidiani. La famiglia non è più una risorsa, è un ostacolo e un onere che la
società di oggi non si può più permettere.
Sono mamma, lavoro in un ambiente
prevalentemente maschile, dove per riuscire, devi dimostrare, dimostrare e
ancora dimostrare, dove, per farti rispettare, devi passare per antipatica, per
quella che se la tira e con la quale è meglio non discutere. Dove una volta
avuto un figlio, non ti perdonano un'assenza di troppo o un permesso
straordinario. Dove nessuno ha considerato che, vederti lavorare fino al giorno
prima del parto, forse non è sinonimo d’inaffidabilità, e nemmeno vederti
rientrare un mese dopo. Non è nemmeno eroismo. E' solo consapevolezza.
Consapevolezza che, se essere madre non deve essere un privilegio, non può
nemmeno essere una penalità, come di fatto è.
Proprio ora che sono mamma, ho
bisogno di un futuro più solido, da dare a mio figlio e questo futuro passa
necessariamente attraverso il mio lavoro, fatto di non orari, di disponibilità
totale e d’impossibilità a conciliare. Quello che va fatto, va fatto, non
importa se occorra una normale giornata lavorativa o, un turno di dodici ore,
non importa se tuo figlio ha la febbre o se sei tu ad averla, ci sono
responsabilità cui non puoi sottrarti e impegni da rispettare e portare a
termine. Sei tu che devi farvi fronte e risolverli in una gimcana di intrecci.
Alla
luce di queste consapevolezze, credo che per certi “lavori”, sia impossibile
parlare di conciliazione, è l’impiego in se per se che non si combina con l'avere una famiglia e questo, finché un figlio sarà considerato della madre, e non dei
genitori, forse, e purtroppo, non cambierà mai.
Con questo post partecipo all'iniziativo di Il Bambino di Donna Moderna Blog Tank
forse finchè non si capirà che un figlo non è solo di mamma, ma anche di papà e anche della società! Senza i bambini non c'è futuro! E i bambini hanno bisogno di tempo!
RispondiEliminaMa la società sembra non accorgersene, e questo non solo per la questione conciliazione!!!!
Eliminala conciliazione è dura in ogni dove
RispondiEliminaDetto da un uomo non so se mi consola o mi preoccupa ancora di più, perché se anche per un padre si presenta lo stesso problema, chi mai farà più figli?
Eliminahai un lavoro simile al mio, e allora mi chiedo: davvero abbiamo bisogno di presenzialismo sul posto di lavoro per affermarci come professioniste, prima ancora che mamme lavoratrici? Perché è questo il vero problema, che ci coinvolge tutti a prescindere da sesso e responsabilità personali. Per me la flessibilità è il punto da cui partire. In altri termini, se devo lavorare 12 ore (e per conto mio=, voglio essere libera di farlo dove dico io. Questo aiuterebbe qualsiasi lavoro.
RispondiEliminaFlessibilità sarebbe un ottimo punto di partenza ma quanto sia applicabile e' un altro discorso. Nel mio caso di flessibilità nemmeno a parlarne!!!
Eliminanella mia esperienza sono arrivata alla conclusione che o si hanno nonni in gamba pronti ad aiutarti in qualunque evenienza (malattia, febbre, trasferte di lavoor) o il binomio famiglia-lavoro salta per aria.
RispondiEliminaNel mio caso in famiglia tutti erano contrari alla mia scelta di lasciare il lavoro, salvo poi dover fronteggiare da sola qualunque emergenza improvvisa. E' vero, a volte ci si dimentica che i genitori sono due, e si dà per scontato che una madre abbia risorse psicofisiche illimitate.
Quanto alla conciliazione tra famiglia e lavoro, mi sembra che le condizioni in cui versa il nostro paese parlino da sole.
L'aiuto di mia madre, in questo senso, e' fondamentale eppure non è' la soluzione alla conciliazione, perché come e' ovvio e giusto che sia anche il nonno più disponibile, ha una sua vita, magari un suo lavoro e comunque non può essere investito del ruolo di educare e crescere un figlio nostro. Non è giusto e non lo voglio!!!
Eliminahai ragione..però è triste che sia così..
RispondiEliminaLe politiche di oggi sono sempre più anti famiglia, poi ci si lamenta che nessuno fa più figli.
EliminaE' la logica maschile: non importa quanto tu sia capace, competente e talentuosa, devi adeguarti al modello maschile , altrimenti vieni eliminata.
RispondiEliminaTale modello, quando viene applicato dalle donne, perchè purtroppo anche alcune donne lo applicano, è ancora più rigido e spietato.
Cosa fare? Non so, non ho la risposta, ma non so per quanto durerà ancora questo modello, i giovani forse cambieranno qualcosa, sono migliori di noi, ma nel frattempo i figli vanno fatti, i figli appartengono alla società intera, ne fanno parte e sono il nostro futuro.
Qui nessuno sembra capire che il futuro parte da loro, che sono loro il paese di domani ed intanto andiamo a fondo.
EliminaBellissimo post. Quanta verità nelle tue parole.
RispondiEliminaPer quante se ne dicano il mondo del lavoro è ancora molto maschilista, ma se questa frase la dice ad un uomo, risponde che non è vero e la solita patetica frase, che odio a morte...Avete voluto la parità? Ora datevi da fare!!
E chi lo dice, quand'e' che ha mai pedalato?? Così giusto per sapere.....
EliminaHai proprio azzeccato il punto!! noi donne mamme siamo viste come un costo aziendale e non come una risorsa per la società...cavoli generiamo vite!!!
RispondiEliminaNel corso di tutta la mia "carriera" ho incontrato donne veramente in gamba, da loro sono arrivate le decisioni più incisive e la maggior parte era mamma.
EliminaC'è tanta verità nelle tue parole e nei commenti, ma quanta rassegnazione. Sono convinta che: a. dobbiamo farci sentire di più e tutte insieme; b. dobbiamo convincere gli uomini che stanno sbagliando tutto e che alla fine dei conti sono loro che si perdono il bello dei figli con i loro orari e le loro riunioni serali e c. cominciamo a crescere uomini migliori, più consapevoli. Una volta tanto saremo noi ad insegnare qualcosa alle nostre mamme!
RispondiEliminaSinceramente per me i Principe e' un punto di riferimento, lui c'è, e' un padre presente ma purtroppo e' la società che considera i figli solo delle mamme e non dei genitori, non concedendo opportunità ai papà e di riflesso alla famiglia. Di conseguenza l problema di conciliare e' solo della madre perché, pur volendo, i papà non possono conciliare un bel niente, al massimo, come e' in proposta di legge, godranno di un giorno di permesso retribuito e giustificato, per la nascita del figlio, che non mi sembra un bel traguardo!!!
RispondiEliminaconcordo in pieno col tuo pensiero
RispondiEliminaSembrerà retorica, ma quello che dici vale in Italia.
RispondiEliminaAbbiamo vissuto in Germania ed è tutt'altra cosa... veramente.
Se pensi che ad una collega (italiana), che (in quanto italiana) non aveva preso tutte le ferie dell'anno precedente, l'hanno chiamata dall'ufficio del personale per verificare che non subisse qualche pressione da parte del capo, e poi le hanno spiegato che le ferie ci sono perchè è importante che ci si riposi e si stia con la propria famiglia... ho detto tutto! :((
La tristezza e' anche in questo, perché vuol dire che modelli diversi sono possibili.
Eliminaleggo ora e...effettivamente un figlio viene considerato solo della mamma...non ci avevo mai riflettuto, ma effettivamente è così...se penso ai datori caproni di mio marito, ma anche a lui...alla fine l'aiuto e la collaborazione ci sono, ma inconsciamente e automaticamente si delegano determinati aspetti alla mamma....
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