
Sono le sette di lunedì mattina,
Cestino ancora dorme beato mentre io, sto cercando di metabolizzare la serata
di ieri fatta di cielo stellato + aria
fresca + gelato gigante = ore piccole.
E’ già tardi e nell’ordine devo:
- Svegliare Cestino, lavarlo, vestirlo e fargli
fare colazione
- Occuparmi della montagna di biancheria che
troneggia sul divano
- Fare la prima telefonata da lavoro
-
Inviare una mail urgente
- Caricare la lavatrice di tutto e di più
-
Cercare di affogare le occhiaie da Panda che mi
ritrovo sul viso
- Praticare una qualche sorta di restauro “da
remise en forme” per essere, quantomeno presentabile
- Dimenticare che mancano cinque giorni al
prossimo sabato.
Sono le nove, sempre di lunedì
mattina, l’ambulatorio del pediatra è già pieno.
Siamo qui per il controllo dei
due anni.
Cestini di tutte le età scorrazzano nella più completa anarchia e
altrettanti genitori litigano su chi è arrivato per primo. La mia testa è già
in ufficio e la mente è sintonizzata sul caos che troverò, al mio arrivo, sopra
la scrivania. Sono già nervosa. Sento che sarà un pessimo inizio settimana.
Sono le dieci, il nostro
appuntamento, sta slittando pericolosamente. La fila è aumentata ed il mio
nervosismo anche. Per fortuna Cestino è più saggio di me, e se ne sta seduto
tranquillo, con un biscotto in una mano e una macchinina nell’altra. Forse ha
captato aria di tempesta.
Poi la porta dell’ambulatorio si apre, tocca a noi…..peso
ok, altezza ok, tutto nella norma….dieci minuti e siamo fuori. Di corsa all’asilo
e poi, sempre di corsa, al lavoro. Mi ritrovo a pensare, come mi succede
spesso, che così non va bene. Che sto sbagliando qualcosa e soprattutto che mi
sta sfuggendo qualcosa. Sento di perdere gli attimi, anche quello di “godermi”
a cuor leggero, un’ attesa. Avrei voluto parlare di più con il pediatra, confrontarmi
sui progressi di Cestino, avere più chiarezza sulle “patumie” che ogni tanto mi
assalgono ma non c’è mai tempo. C’è sempre qualcosa d’urgente da fare, un
appuntamento che non si può rimandare, persone da incontrare, documenti da
spedire. Il senso di colpa di non fare abbastanza mi assale, poi però ripenso
alle parole della pediatra: “Questo bambino sta bene e cosa più importante è
sereno, si vede da come sorride” … e allora mi dico che è ok, che tanto male
non sto facendo, che forse, le mie sono solo riflessioni da lunedì mattina.
E
la settima riparte.
guarda se ti consola con "il bimbo è sereno si vede che sta bene, alias non faccio tanto schifo come mamma" mi consolo ogni sera sprofondando nel sonno!
RispondiElimina..che poi sono convinta che stiamo veramente facendo bene...
RispondiEliminaI tuoi pensieri sono comuni a tante mamme, me per prima. E' questa vita frenetica che ci fa perdere i pezzi per strada. Ma l'importante è non perdere di vista la crescita di tuo figlio, in tutti i sensi. Il resto vien da sè ...
RispondiElimina