Come sta andando qui da noi? Me lo chiedono in tanti, tanti
amici sparsi per lo stivale, mamme come me che hanno il terrore della chiusura
delle scuole, che non si rassegnano allo stop delle palestre, che non sanno
spiegare i divieti spuntati come funghi e che hanno bambini sempre più
consapevoli, preoccupati e perché no incazzati.
Diciamo che va abbastanza bene, che ci barcameniamo per non
eccedere nel timore ma rispettando la prudenza, che la scuola c’è e fa quel che
può, che con lo sport ci stiamo organizzando per non fermarci e che comunque
continueremo a sorridere perché di motivi ne abbiamo tanti.
Avevamo diversi progetti in mente, ogni anno a settembre per
me è “Capodanno” ed inizio a pensare cosa farò e cosa faremo. Niente per ora.
Ovviamente il bene primario è la salute, ma pensare di essere in emergenze tale
e quale a marzo, mi fa riflettere che forse “qualcosina” l’abbiamo sbagliato e
ancora una volta stiamo correndo per mettere una pezza sugli errori.
Purtroppo sono saltati diversi compleanni, niente
festeggiamenti per nessuno e se qualcuno di voi sta per dire/scrivere “pace”, è
pregato di allontanarsi velocemente da qui. Sto per sbranarlo. E non per la
festa in sé per sé, su quella davvero “pace”, ma perché oramai da mesi sento
parlare solo persone rassegnate e per cui sta diventando “normale” tutto. Stare
chiusi in casa, non vedere amici, non uscire, rinunciare a qualunque cosa,
anche agli affetti, e siamo sempre più stretti nel nostro bozzolo, parliamo di
“coscienza sociale” ma in realtà alla fine non ci importa più di nessuno.
Sopravviviamo. Terrorizzati.
Io non ci sto, io non voglio sopravvivere, non mi basta.
Voglio vivere.
Ho fatto un po' di acquisti on line e se prima, a parte l’affidabilità
di Amazon, molte cose, diciamolo, erano una schifezza, ora molte realtà si sono
organizzate con e commerce e hanno generato un’offerta ottima e varia.
Leo e Teresa conoscono praticamente tutto di questo
benedetto virus, sulle regole forse ne sanno anche più di me. Incominciano a
dire la loro, a brontolare e protestare, a esprimere pareri e commentare le
notizie, ma sono stufi di disegnare arcobaleni. Ogni tanto sbuffano davanti al
notiziario e sempre più spesso mi ricordano che questo è solo un periodo che, non volendo, ci ha addirittura lasciato
ricordi bellissimi.
Che dire Mamma Piky, da noi va più o meno come da voi. A protestare qui è soprattutto il ricciolino, che non si rassegna di non poter invitare per un pomeriggio almeno due amichetti di numero. Io, sarò sincera, non me la sento e oscillo tra paura e depressione. Lo yoga aiuta ma a questo giro non mi basta più.
RispondiEliminaIo cerco di vivere il qui ed ora. Anche i miei bambini hanno imparato a fare scorta di ricordi felici: non si sa mai che quello che fai oggi domani sia impossibile farlo. Non li avevo iscritti a nuoto, quest'anno proprio perché temevo avrebbero richiuso tutto.
RispondiEliminaÈ faticoso, tanto faticoso. Esco dal nido esausta. Lavorare così è come scalare una montagna.e sapere che fatichi ad inserire i bambini al nido col pericolo che chiudano tutto appena hai stabilizzato il gruppo mi terrorizza.
Come mi terrorizza il covid e tutto il macello che circonda questa faccenda.
Torno a concentrarmi sul qui ed ora, altrimenti vado in ansia...
Esatto. E' solo un periodo. Io sono rassegnata a tutto, alle feste non fatte, gli amici non visti, le cene dimezzate, perché è solo un periodo. O almeno è quello che spero.
RispondiEliminaPS: speriamo che quel "notizie dal fronte" rimanga solo il titolo di un post su un blog...
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