IL TAXI


Praticamente è andata così … un giorno cullavo un fagottino di 3 kg e il giorno dopo ero parcheggiata davanti ad una discoteca alle 03:00 di notte cercando di capire dove diavolo ero finita e soprattutto a che caspita di ora sarei riuscita a tornare a casa. Beh in verità questa ricostruzione non è proprio corretta perché è stato il Principe ad immolarsi per la sua prima (e molto probabilmente ultima) uscita in discoteca, con degli effetti collaterali pesantissimi. Perché io credo di aver scontato la mia pena di notti insonni già anni fa e sinceramente non sento più il bisogno di ritrovarmi nel limbo temporale che va dalle 2 di notte in poi.

Eppure dice che essere un “genitore della notte” sia un nostro compito incluso nel pacchetto Genitori h24 e 7 su 7 su cui rassegnarci… ma io no, non ci sto e faccio formalmente opposizione.

Prima di tutto non ho memoria dei miei genitori svegli, in attesa di venirmi a recuperare dalle mie “notti brave”, che comunque si concludevano molto prima di ora. Tutt’al più ci poteva essere qualche mugugno di troppo che proveniva dalla loro camera, al chiudersi del chiavistello di casa. Due sbuffi e via.

Secondo perché, è giusto dirlo, il sacrificio di restare svegli o peggio ancora, dormire per poi rimettere la sveglia ad un orario in cui il gallo manco ci prova a cantare, è una pratica che sfida ogni istinto umano: pretenziosa, innaturale e quasi crudele.

Ed infine perché io, il genitore taxi, lo faccio già, tutta la settimana, tutto il giorno e tutti i giorni, prendo, porto, sposto e riprendo, sempre in tempo, sempre attiva, senza sbuffi , senza contratto e senza paga...un servizio che Uber scansate proprio.

Quindi che si fa? Voi la fuori come ve la spicciate? Rimettere la sveglia, uscite in pigiama, sbuffate ma con un amore che è più forte del resto o rivendicate con forza il vostro diritto ad una vita normale per lo meno di notte?

 

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