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Ed anche stavolta è arrivato il momento di rifare le valigie, di riporre sacchi e karategi. Di cercare uno spazio per i souvenir e per i ricordi. Il palazzetto ha spento le sue luci, il parcheggio è vuoto, gli europei di karate sono finiti. Si torna a casa con la medaglia d’argento al collo, come lo scorso anno, ma stavolta con un pizzico di rammarico in più perché il risultato ci va stretto.

Una finale tra una Repubblica Ceca fortissima e un’Italia che era un mostro.

Un kata perfetto e un bunkai che ha fatto tremare tutti quelli che lo hanno guardato, eppure non è bastato e il perché stavolta non lo so. Forse un respiro o un istante di troppo o forse un millimetro in meno o forse perché alla fine chi giudica non sempre vede tutto. Neanche in una gara come questa. 
Certo l’oro nella foto avrebbe fatto un figurone ma alla fine anche il color argento, sotto una certa luce, non è male perché è il frutto di un’estate dove nessuno si è risparmiato.

Non si arriva qui per caso e queste esperienze e queste emozioni non te le regala nessuno. Te le sudi. Loro, allenamento dopo allenamento, noi sacrificio dopo sacrificio. Niente è dovuto ma solo guadagnato.

A te Leo vanno i nostri complimenti per quello che hai costruito e conquistato, per la tua testa bassa, per lo sguardo fiero, per l’umiltà rara che ti ha fatto crescere in questi ultimi mesi e per la sicurezza con cui, a 15 anni,  affronti tutto. 

Alla tua squadra e ai tuoi allenatori va il nostro infinito grazie, perché dietro questo risultato ci sono anche loro, a spingere, a urlare a bordocampo e a crederci con pazienza e un bel pò di  follia.

Ciao Repubblica Ceca, ci rivediamo alla prossima battaglia e stanne certa, stavolta  perderai. 




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