"PERCHE' CI SIA ANCORA DOMANI"

 


Spero che lei cresca forte, tosta, dura e molto diffidente. Orgogliosa di sé, consapevole del suo valore ma soprattutto della sua identità. 

Le dico che non deve mai abbassare la testa, non si deve mai sottomettere a nessuno, che, cascasse il mondo, non deve mai abbandonare i suoi sogni, i suoi progetti. Le dico che deve essere una guerriera, potente, d’acciaio, e che se qualcuno le “pesterà di piedi”, lei dovrà pestarglieli più forte. Se qualcuno le griderà addosso, lei dovrà urlare di più. 

Non deve aver paura di nessuno, perché lei è più forte di chiunque e che se non ce la fa, può venire da me che le toglierò dai piedi la sua “paura” con le buone o con le cattive.

Mentre le insegno tutto questo mi dispiace, perché le sto dipingendo un futuro scuro e perché le sto dicendo che nel corso della sua vita lei probabilmente incontrerà dei “nemici”, probabilmente non potrà fidarsi e nemmeno lasciarsi andare. Difficilmente ci saranno amici sinceri, buoni amori, persone che la rispetteranno a prescindere e che il mondo là fuori non è un prato fiorito. 

La forza che le dico di avere, le servirà per combattere e resistere. 

Non è un bel messaggio lo so eppure glielo dico. Glielo dico perché alla fine, e purtroppo, è la verità e questa è l’unica arma di difesa che conosco per cercare di proteggerla. D’altronde io sono così e so che esserlo, funziona.

Poi c’è lui al quale insegno esattamente il contrario: il rispetto come valore tra tutti! La gentilezza, la cura, il porgere in ogni occasione la mano, l’essere, rispetto ad una donna, sempre un passo indietro, perché lui è un maschio e parte avvantaggiato per cui un passo indietro bilancerà le cose.

“Saper disinnescare” diceva Marco Giallini in un film…”non volere la supremazia” perché non sei “nessuno” per pretenderla.

Lavoro su due fronti: 

il primo serve a lei, a fornirle le “armi” con le quali combatterà la sua battaglia, la corazza che dovrà indossare per proteggersi, la strategia che dovrà mettere in campo per non soccombere, 

la seconda invece pare indirizzata a lui ma in verità  è per tutte le altre lei, perché se non ci fosse niente da combattere, non servirebbero “armi” se non ci fosse nulla da cui difendersi non sarebbero necessarie corazze, se i diritti sulla carta lo fossero anche nella realtà, non servirebbero piani. 

E allora capisco che la vera battaglia, perché ci sia ancora domani,  si combatte lì nel secondo fronte…in seconda linea, altrimenti, come nella più banale delle retoriche, finché avremo bisogno di "essere forti" e finché ci serviranno “armi” vorrà dire che la guerra non sarà finita

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