SACRIFICIO D'AMORE


Sacrificio d’amore. 

Di quelli che fai quando non c’è dubbio che sia amore ma amore vero, e per cui non te lo domandi neanche quanto grande sarà il sacrificio, tanto tu sei disposta a fare qualunque cosa e, per ciò che ami veramente, accetti di soffrire e basta.

Pazzia d’amore. 

Che non è la stessa cosa del sacrificio ma il fare e commettere qualcosa che non avresti mai pensato, che va oltre la tua immaginazione e che di sicuro è un gesto irrazionale, un’esperienza che ti fa tremare le gambe e che non scorderai più.

L’abbinamento tra pazzia e sacrifico d’amore può essere devastante ed io l’ho commessa.

Vi racconto come è andata.

Mi ricordo che era un venerdì caldo e soleggiato ed in preda all’euforia che sa darmi solo il week end, non ragionando in maniera logica e oggettiva, cliccavo felice e orgogliosa su pulsante “acquista e prosegui” per ritrovarmi nel tempo di un paio di secondi, proprietaria di due biglietti tribuna est per il concerto dei ME CONTRO TE a Firenze. Una delle ultime date del tour 2023. 

Da allora è iniziato il conto alla rovescia. Quindici giorni in cui ha ripetuto un migliaio di volte “Mamma quanto manca?” e  io per altrettante volte “Stavolta ho fatto una ca@@ata”.

Due settimane intere trascorse a ripassare tutto il repertorio perché “Mamma non posso portarti con me se non conosci tutte le canzoni!”. 

Ora ne avevo la certezza, avevo fatto una pazzia e insieme al conto alla rovescia era iniziato anche il sacrificio.

Due settimane cmq sono corte ed è arrivato il momento di compiere il rituale.

Il concerto dei Me contro Te, anche se vi può sembrare bizzarro, è un concerto a tutti gli effetti con tanto di paninaro all’entrata, via crucis di merchandising e angolo per le foto. 

Per sopravvivere occorre acqua a sufficienza, portafoglio fornito, tappi per le orecchie e badili di pazienza. Io sono arrivata sprovvista di tutte e quattro le cose per cui ho fatto avanti e indietro dal bar 12 volte, ci mancava poco che vendevo la catenina della comunione per aver fatto male i conti, a distanza di 48 ore ho il fischio del treno sull’orecchio sinistro e ho rischiato di dover lanciare dagli spalti una fila intera di genitori maleducati e scalmanati.

Però ho portato a termine la missione e sono sopravvissuta. 

Ne è valsa la pena? 

Certo che ne è valsa la pena, non ve lo so nemmeno descrivere il suo sorriso, i suoi occhi, le sue risate, il valore di quel momento, so solo che, con la mia pazzia e il mio sacrificio, ho contribuito a creare un ricordo base che non andrà più via e che  in quel ricordo ci sono anch’io.

 

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