ESPERIENZA E CONSIGLI PER L'ERNIA INGUINALE PEDIATRICA

 


Da quando ho saputo che Teresa si sarebbe dovuta operare di ernia inguinale, circa un anno fa, mi sono subito messa alla ricerca spasmodica di notizie su internet, come fanno ormai tutti.

Non cercavo cosa fosse un’ernia né come avvenisse l’intervento, a queste cose ci aveva già pensato il doc, da subito e in modo chiaro e preciso.

Quello che cercavo io, in realtà era il racconto di qualche altra mamma che c’era già passata e che mi confermasse che stavamo parlando di una sciocchezza per cui non valeva la pena preoccuparsi. Cercavo un racconto della giornata, di cosa avevano fatto, di come l’avevano vissuto e qual era stato l’epilogo. Speravo in realtà anche in dei consigli e, durante quelle ricerche notturne, mendicavo rassicurazione e solidarietà. 

Non ho trovato nulla. Niente. Nessun racconto del genere. Niente suggerimenti e niente consigli, per lo meno non nelle prime 50 pagine di Google, perché dopo, ammetto di aver desistito. E quindi, ora che l’esperienza è passata e la fifa nera pure,  ho deciso di scriverlo io. Ve lo racconto …caso mai che una futura “MammaPiky”, trovandosi nella stessa situazione, si metta anche lei alla ricerca di un post di solidarietà!

Parto dalla fine per dirvi subito che è vero, aveva ragione il Doc, l’intervento è una “sciocchezza”, che non vuol dire “inutile” , perché l’ernia inguinale non è una cosa che si cura e l’intervento chirurgico è l’unica via per risolvere il problema. 

Per “sciocchezza” intendo invece “facile, di veloce risoluzione, non traumatico e breve”. 

Stiamo parlando di una mezz’oretta di sala operatoria non di più, una fase preparatoria molto semplice e un post che scorre via molto bene . 

A parte l’effetto sbornia della prima ora, Teresa è tornata subito ad essere lei. Presente, vigile e rompicoglioni. Ha fatto talmente tante domande sul perché e sul per come, che tutti devono aver sentito un filino di ansia da prestazione. Dopo un paio d’ore già mangiava, passeggiava e smanettava sul tablet, nera per la scarsissima connessione e stufa per quelle ore passate lì dentro.

Per quanto riguarda invece la fase pre-operazione, inutile dirlo che un po’ d’ansia e paura c’era.

Ho provato a mettere in campo tutta una serie di tecniche di rilassamento che su di me hanno miseramente fallito, tanto che prendevo la scossa ad ogni cosa che toccavo. Lei invece ha affrontato tutto con il suo solito aplomb, quello di chi non si scompone per nulla al mondo e questo ha aiutato molto pure me. 

È un pochino complicato il risveglio questo si, preparatevi, magari non è per tutti uguale ma , la tensione che si scioglie, l’effetto della anestesia e qualche doloretto, un po’ di nervosismo lo scatenano e ci vuole pazienza per gestirlo, soprattutto perché nessuno è mai preparato di fronte ad un figlio che non sta bene.

Ecco ora all’ipotetica “MammaPiky” che in questo momento sta cercando informazioni su Google, mi sento più che altro di dire questo: 

“lo so che vorresti non fosse mai capitato a lei/lui, che preferiresti farti tagliare un braccio pur di non vederla su un letto di ospedale con aghi e tubicini che sbucano qua e là, che mai vorresti consolare quel pianto e meno ancora affrontare quella paura, ma sappi che in questo caso l’unica cosa di cui aver paura, è proprio la paura stessa, tutto il resto il doc l'ha detto a me ma l'avrà detto anche a te, è una "sciocchezza" .....CREDIGLI!!!"

Commenti

  1. Cavoli, a saperlo avrei potuto raccontarti io come era! Il ricciolino e Orsetto sono stati operati ad un mese di distanza, in due diversi ospedali, quando il grande aveva sei anni ed il piccolo poco più di sei mesi. Il grande in day hospital, il piccolo con la notte in osservazione il grande si è risvegliato dall'anestesia che era una iena, aggressivo e arrabbiato. Abbiamo dovuto tenerlo io e una infermiera per quasi un'ora, perché cercava di alzarsi e staccarsi tutto. Poi si è addormentato e risvegliato normale. Fortuna che il medico mi aveva avvisata che il risveglio per alcuni è molto problematico e possono essere catatonici oppure molto aggressivi o piangere molto. Il piccolo invece si è svegliato subito tranquillo. Il post per il grande è stato tosto perché ha dovuto sospendere per un paio di mesi bici e non correre e gli è pesato ma poi lo ha dimenticato in fretta. Il piccolo invece ha continuato la sua vita al nido, tanto tener fermo un bimbo piccolo che non ha male, è impossibile Nessuno dei due ha avuto dolori particolari. Insomma, tutto molto semplice è vero ma la paura, da mamma, è rimasta.

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  2. Auguri di rapidissima ripresa a Teresa!

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