BATTITI


Il parcheggio davanti al teatro è già gremito di macchine e alla porta d’ingresso sono assiepate già un bel po’ di persone, tanto che il brusio del chiacchiericcio si sente pure con i finestrini chiusi.

È una giornata molto ventosa, troppo ventosa per tutti quei chignon tirati e quei veli di tulle leggeri. Qualche ciocca sfugge alle forcine, infilate sapientemente tra le retine e i nastri di raso. Entusiasmo e un pizzico di ansia si mischiano perfettamente per dare vita a quella sensazione carica di attesa tipica delle grandi giornate. Sorrisi e volti tirati. Si scherza e allo stesso tempo ci si concentra, qualcuno sdrammatizza un po’ perché loro sono piccole, questo è il loro primo concorso e l’hanno preso molto sul serio.

È dall’inizio dell’anno che aspetta questo momento, io forse da molto più di lei e ho paura di incarnare il tanto temuto ruolo di “peggior mamma” di quelle che riversano le proprie aspettative, sui figli.

Ho danzato per tanti anni, poi ho dovuto lasciare e ora balla lei…per me è come tornare indietro nel tempo.

Sono giorni che ripassiamo fino allo sfinimento tutti i passi: con la musica, senza musica, da sola davanti allo specchio, in salotto con me come pubblico.

 “Mamma aspetta che lo rifaccio con l’introduzione”…”Mamma guarda se va bene l’inchino finale”…

Dai Teresa andiamo a letto, è tardi”…

Per favore mamma, l’ultima volta”. 

E l’ultima prova sia.

Oggi invece no, oggi si fa sul serio… 

“E se poi mi dimentico i passi?” 

“Chiudi gli occhi, fai un bel respiro e fatti portare dalla musica”....come Baby

È ora.

Le luci si abbassano, il sipario si apre, partono le prime note…

ora

“Dottore, lei che sa sempre tutto, quanti battiti fa il cuore in un minuto?”.. (cit.)


in quei ultimi due, il mio decisamente troppi…ma poi è arrivata la vittoria, e l’esplosione di gioia, amore, orgoglio e non so che altro, è stata così forte che credo non tornerà mai più a battere come batteva prima.

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