RITORNO A SCUOLA

 


Primo giorno di scuola dopo tre settimane di vacanze. 

La sveglia è il mio terrore, dopo 20 giorni di “pigiama fino all’ora di pranzo”, mi dovrò sgolare come la Callas e forse arriveremo in ritardo comunque. 

Ieri sera sono andata a dormire con l’animo sottosopra: la professoressa di piano è stata sospesa perché non vaccinata. Quando l’ho saputo mi è venuto da piangere, io che non piango mai e che una motivazione alla fine la trovo sempre, anche quando gira proprio storto. 

Sono stufa e incomincio ad averne le tasche piene di questo periodo, non ho mai cantato dai balconi e non ho mai disegnato arcobaleni, e ora, indipendentemente dal pensiero di ognuno, saper che una persona di quel valore professionale e umano non ci sarà più, per me è solo una perdita, l’ennesima sconfitta.

Non sopporto più le chiacchiere e i pour parler, la caccia alle streghe sempre e comunque. Non riesco più nemmeno a capire le fobie della gente e come hanno fatto a rinunciare a vivere. 

Io che forse per incoscienza, non ho mai avuto paura, e continuo a non averne, non ne posso più di chi vede tutto nero.

La circolare della scuola ieri diceva che in caso di sorveglianza sanitaria, gli alunni consumeranno la merenda sull’atrio della scuola. Come se già non bastassero, in pieno inverno, le finestre spalancate per cinque ore al giorno, e comunque se in un altro periodo, in un altro contesto e soprattutto in un’altra stagione, avrei detto “che meraviglia” ora mi sembra l’ennesima follia!

La sveglia ha suonato e, contro ogni previsione, si sono alzati senza tante storie e ora non siamo in ritardo. Fuori dal cancello poca gente: Nicole con un paio di amiche secolari, è come respirare aria fresca, pulita e vera. Un ottimo modo per ripartire in questo caos.

C’è chi sperava in qualche settimana di DAD, poi per fortuna ha prevalso la ragione e il portone si è riaperto, la campanella è suonata ed è ricominciato lo scalpiccio sulle scale. Dice che le classi siano ancora dimezzate, che manchino all’appello maestri e professori, che non si sa nulla sul trasporto scolastico, ma la scuola è ricominciata e quando oggi li ho ripresi, guidando verso casa, loro erano solo “entusiasti” di questo “primo giorno di, scuola” che rappresenterebbe la normalità ma che nessuno di noi si ricorda più.

Credits immagine 

Franco Gremignani, Volano sul filo per andare a scuola. Guiglia di Modena,1959.

E' il 1959 i bambini di Guglia un piccolo comune in provincia di Modena, vanno a scuola così, appesi ad una carrucola e attraversano il fiume Panaro. Ogni giorno perché la scuola è un ponte: attraversiamolo!

Buon proseguimento  di  anno scolastico a tutti!!

Commenti

  1. Concordo in toto. E davvero: valore professionale e umano lasciato da parte in nome di scelte che ritengo solo politiche. Che tristezza. Io quando sono tanto tanto giù, un piantino me lo faccio. Poi guardo le foto dei bambini stampate o sul telefono e penso che tornerà al primavera, tornerà l'estate, tornerà la neve (a seconda delle stagioni) e comunque vada riusciremo a divertirci e godere della natura. Per me è estremamente rassicurante. Intanto, la scuola è ricominciata anche qui, per ora senza problemi.

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  2. Anch'io nonostante tutto non ho mai avuto paura, ma ora mi sento stanca. Stanca di sentir parlare sempre e solo di covid, stanca di tutte le restrizioni nonostante i vaccini a cui mi sono sottoposta (ho papà in RSA ed è nuovamente chiusa, poverino), stanca della dad perché professori positivi, stanca di sentire che tutti intorno a me fanno tamponi, risultano positivi e fanno quarantene interminabili e difficili, stanca dei dibattiti in TV, stanca dei litigi tra parenti provax e novax. Sono 20 mesi che facciamo questa vita, abbiamo il diritto di esserne stanchi.

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