Davanti al bistrot c’è fermento. È stato rimontato il gazebo e la piccola piazzetta di fronte è una catasta di sedie di paglia. Due operai su una scala stanno provando a fissare delle travi e la ragazza è intenta a pulire le fioriere che sono di guardia all’ingresso. Un signore dirige i lavori e osserva da lontano, mani sui fianchi e sorriso fiero. È pieno di speranza. Sta per tornare a lavorare e si sta riprendendo il suo ruolo nel mondo. Nonostante tutto ha ancora fiducia in questo futuro.
Le luci del locale sono accese, sono passate le 18:00 da un po’, ma c’è ancora qualcuno dentro e un po’ di movimento fuori. In lontananza si sente una manciata di risate, un po’ soffocate veramente, ma già...la mascherina c’è ancora. Passo davanti e, di fronte a quella vista, sorrido di gusto. Il ragazzo del bar se lo merita, in tutti questi mesi ha continuato a servire caffè d’asporto in tristi bicchieri di carta, ma sempre con il sorriso sulle labbra, sempre una battuta e l’augurio di una buona giornata...mai un malumore.
È stata presente e vicina a tutti i suoi ragazzi per tutto l’inverno. Ha dato l’anima per le lezioni on line...nonostante tutto...” sport on line” già fa ridere così. Ora può ripartire, può rivederli, riabbracciarli forse no, ma di sicuro può tornare ad essere per loro quello che ha sempre voluto. All’aperto certo. Non è il massimo, ma non fa niente, si fa, ci si rimbocca le maniche e una soluzione si trova.È strano essere sedute ad un tavolino, io e lei e il nostro
rito delle otto. Di solito ci mettevamo laggiù in piedi all’angolo. Pioggia,
freddo e vento. Abbiamo resistito, era il nostro quarto d’ora e nessun decreto
l’ha scalfito. Oggi sedute comode sulla terrazza, ci siamo perse nelle
chiacchiere, il tempo era qualcosa di veramente inconsistente ed è finita che
entrambe siamo arrivate tardi al lavoro.
I signori della locanda sono un po’ preoccupati. “Come faremo a servire i clienti entro le dieci? Non vogliamo che predano una multa però non è semplice rispettare questi tempi. Chi fa questo mestiere lo sa...” ...Già ...chi fa questo mestiere.
Hanno garantito l’asporto, hanno fatto consegne a
domicilio...di sera, perché le pizze si sa a pranzo non vanno poi tanto...ora
vogliono ripartire ed allora ci si reinventa, si pensa ad un’alternativa e si
tenta il tutto per tutto con il pasto di mezzogiorno.
E si ricomincia ancora, con la speranza che stavolta sia la
volta buona, che nessuno li fermi di nuovo, che sia la ripartenza che aspettano
da mesi. Che si meritano.
Guardando queste persone, dal tavolino di questo bar di
paese, penso a questa Italia malconcia e al suo popolo spaventato, al fatto che
tutti abbiamo subito quest’ultimo anno ma qualcuno di sicuro l’ha subito più
degli altri...ho sentito dire che “non erano servizi essenziali”, che “c’erano
interessi più importanti”, anche che “se lo meritavano, perché non rispettano
le regole”...credo che ci dovremmo un po’ vergognare e ora che ci riprovano a
ripartire, sarebbe saggio tacere una volta per tutte e incrociare le dita
insieme a loro...e poi si permettetemi un’altra cosa: ogni tanto fatevelo un
caffè seduti al tavolino del bar vi stupirete a scoprire che ha tutto un altro
sapore.
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