Una grande responsabilità in verità ce l’ha la stradina che
da “casa” s’ inerpica su su verso il centro storico del paese, fino alla piazza
del comune, passando davanti alla chiesa, e che poi, improvvisamente, cambia la
sua pendenza come se si tuffasse a capofitto, ed è proprio lì, nello
scavalcarla, in quel declivio, che a bocca aperta ci si trova di fronte al mare
più bello del mondo. Una distesa blu con qualche vela in lontananza che mi ha
catturato oramai definitivamente lo sguardo e il cuore e che è diventata l’immagine
e la sensazione che per me rappresenta al meglio questo posto: casa.
Dopo anni in cui ho percorso in lungo ed in largo le sue
stradine, le piccole piazze, i portici, e quando penso di conoscerla ormai a
memoria, m’ incanto inebetita davanti ad un balcone che sembra messo lì per
caso ma che è la cornice perfetta di quella vecchia casina, o di fronte a
quell’anfratto di spiaggia dove ho fatto il bagno mille volte ma che ora più
che mai, mi sembra il luogo perfetto.
Mi rapiscono i profumi, il ginepro, la ginestra, l'elicriso e tra tutti l'odore del sale.
Il sapore del miele, dei pomodori maturi, il gusto dolce del mirto ghiacciato.
I colori, tutte le sfumature del blu, mischiate al verde della macchia e all'ocra della terra.
Arrivo qui già con il conto alla rovescia in tasca, ogni
giorno che vivo è un giorno che passa, un giorno in meno e sono sempre più
vicina a quando “me ne dovrò di nuovo andare”. Per questo mi sento “ingrata” e
“incontentabile” quasi “in colpa”, non in diritto a immaginarmi in una vita
diversa, una vita qui.
Osservo la gente, la gente del posto, e penso sempre più
spesso che vorrei essere lì al posto loro, anzi no, vorrei essere lì insieme a
loro, e se non fosse per le persone e le scuse che trovo dall’altra parte del mare,
forse l’avrei già fatto!
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