Al parco, a scuola, al supermercato ed in tanti altri posti
mi capita di fermarmi ad osservare gli altri genitori, ascoltare ciò che
dicono, carpire cosa permettono e cosa vietano, valutare come parlano.
C'è un po’
di voyeurismo in tutto ciò lo so, è un cercare conferme e confronto, in alcuni
casi pure il pelo nell'uovo per sentirmi migliore e più brava, ma in fondo c'è
anche tanto spirito di autocritica perché è un po’ come guardarsi allo specchio
e ciò che vedo, che magari non mi piace, mi appartiene più spesso di quanto
penso.
E comunque, a guardarsi dall'esterno, siamo spesso ridicoli e anche
parecchio antipatici.
Ecco cose assurde che ho visto e sentito, che mi hanno fatto
sorridere e a volte pure incazzare ma che anch'io ho fatto più e più volte.
Insomma ecco i miei errori messi a nudo e in scena dagli altri.
IN SPIAGGIA.
"Smettetela di giocare con i vostri giochi”.
Lei l'ha detto
perché la rispettiva prole se le stava dando di santa ragione davanti ad una
partita a memory che entrambi volevano vincere.
Lì per lì ho pensato che doveva
essere un po' toccata, poi mi sono ricordata di quella volta in cui io stessa
ho pronunciato uguali parole, dopo l'ennesimo riordino alle dieci di sera, con
Leo che perplesso domandava "Mamma e con che cosa dobbiamo giocare?",
"Con niente, smettetela di giocare e basta!" ...e non aggiungo altro,
mi faccio pietà da sola.
AL PARCO GIOCHI.
Lei è in un parco gonfiabili, vestita di tutto punto con
tanto di tacchi a spillo e all’entrata, l'hanno pure costretta a calzare i
copri scarpa. Si barcamena in modo ridicolo tra la piscina delle palline e il
salterello, il tacco ha bucato la plastica e casca giù nel tappeto morbido.
Intorno a lei tutti ridacchiano, di sicuro pensano che sia cretina a venir
vestita in quel mondo in un posto del genere, quasi quasi li appoggio ma poi mi
maledico ricordandomi di tutte le volte in cui vorrei indossare un bel decolté
e mi rassegno alle sneakers. Incazzata con me stessa per non avere più modo, ne
occasioni, per vestirmi da "donna" tanto che qualche volte mi viene
voglia di passeggiarci in cucina.
Papà e figlio, varcano, la soglia. giusto il tempo di
infilare gli antiscivolo e il patriarca inizia a fare il conto alla rovescia di
quanto tempo manca prima che se ne andranno.
Giocare con quella clessidra umana
vicino fa venire l'ansia pure a me, "Si vai sullo scivolo ma fai un solo
giro eh". "Mancano quindici minuti" "Mancano dieci minuti”,
"Lì il giro l'hai già fatto non ci tornare" "Ora siamo a meno
cinque ora meno tre, tempo scaduto, forza andiamo.
Il figlio non c'ha capito
gran che, forse non si è neanche accorto di dove è appena stato, ancor meno di
cosa ha fatto, gli vorrei dire che il padre ha barato e l'ha portato via molto
prima dello scadere del tempo, poi penso a me, a tutte quelle volte che vorrei
essere fuori ancor prima di entrare e mi faccio i fatti miei.
A SCUOLA.
Non lo so che ha combinato ma se lo trascina fuori dalla
scuola con una ramanzina che non finisce più. Lui piange disperato e tenta di
spiegare ma lei urla sempre più forte si gira lo guarda dritto negli occhi e
gli punta il dito contro. È' una minaccia bella e buona e incurante dei
goccioloni da mezzo kilo, le serve pure una sberla in pieno viso, giusto in
tempo per veder sbucare la maestra trafelata da dietro l’angolo e che tenta di
spiegarle che no, si sono capite male, d'altronde non le ha lasciato il tempo
nemmeno di finire, non è lui il "colpevole", la storia è andata
diversamente,
..."nel modo in cui tuo figlio cercava di spiegarti
stronza" aggiungerei io, poi mi vengono in mente tutte le volte in cui mi
sento dire "Ma se non mi lasci finire di parlare che ne sai cosa voglio
dirti?"
AL BAR
Il bambino è in età di asilo, ma non così piccolo da non
comprendere cosa significhi “approfittarsi”, prima ha chiesto la pizza, ma non
l’ha mangiata “perché è troppo rossa”. Allora si prende un succo, “Ma io avevo
detto pera, questo è mela e non la voglio”. Forse è meglio una brioche, o forse
i biscotti, ed anche un po’ di latte. La brioche è volata “casualmente” per
terra, i biscotti son tutti iniziati e nessuno finito, il latte troneggia ormai
freddo nel bicchiere pieno e la mamma sta ancora lì a valutare altre opzioni
del menu.
Io così su due piedi proporrei un “a letto senza cena” poi però mi
ricordo che domenica scorsa ho cucinato ben tre tipi di pasta, eppure di figli ne ho solo due.
sei stata fin troppo indulgente nelle critiche! Io non saprei mai essere così politicaly correct.
RispondiEliminaah ah ah!!! E niente, siamo tutti sulla stessa barca, pieni di difetti e capaci di tanti errori ma in fondo è umano. Guardarsi da fuori aiuta a correggere il tiro.
RispondiEliminaIo "non giocare con i tuoi giochi" non l'ho ancora mai detto ma ogni tanto mi esce fuori un "non fare il bambino!" che detto ai bambini si commenta da solo e poi "giocate in silenzio", odioso che più odioso e anche senza senso non si puo'!!!
Eh, certe volte la vita da genitori è dura, ma proprio dura. E sarebbe bello trovare mamme come te che prima di giudicare gli altri fanno almeno un po' di autocritica...
RispondiEliminaIo mi sento sempre meno brava degli altri e troppo indulgente, con relativi problemi
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