LORO CRESCONO E LA FACCENDA SI COMPLICA

Ero una mamma informata. Prima che lo diventassi ovviamente, ma in realtà anche nei primi anni dopo la nascita di Leo. Cosa sarebbe successo nei primi giorni, le tappe della crescita, tutti i segreti dell'allattamento, come svezzare naturalemente e tanti altri manuali che parlavano delle fasi, i terrible two, i pavor nocturnus, il distacco dalla madre e quanti altri non mi ricordo. Poi è nata Teresa ed ho smesso. Un pò perché credevo di sapere già tanto, un pò perché non avevo più così tanto tempo a disposizione e un pò perché alla lunga ho incominciato a pensare che sui manuali trovi solo la teoria, mentre la pratica è un'altra storia. Sta di fatto che ho archiviato manuali e giornalini e mi sono data all'improvvisazione. Tante cose si sono risolte da se, le notti in bianco ad esempio. Altre le abbiamo considerate di normale routine familiare, i litigi, le gelosie, l'organizzazione quotidiana. Altre ancora sono una novità di questi mesi e non mi ci raccapezzo tanto. 
LA CONTESTAZIONE
Sempre e comunque. La prima parola da pronunciare nell'arco della giornata è "no". Potrei tranquillamente chiedergli "Vi va di mangiare un'intera busta dei marshmallow per colazione?" e li sentirei rispondere in coro "No",  perché pur di contestare sarebbero disposti a mangiarsi crusca e bacche di goji oppure semplicemente perché non hanno ascoltato la domanda, ma essendo fatta dalla genitrice la risposta è neanche a dirlo, "no" a prescindere. La contestazione è marcata in egual misura tra maschio e femmina e divisa equamente tra i 8 e i 5 anni. Non so se si tratta di una di quelle famose fasi che avrei letto nel vol. 3 di quell'enciclopedia che poi non ho più comprato, né se si tratta di emulazione o di complotto, so solo che ho finito tutte le buone maniere che conosco per affrontare in modo civile la situazione....mi rimangono solo le altre. 
L'INDIPENDENZA 
Che detta così è una bella cosa, importante pure, simbolo che stanno crescendo e che tutto sommato noi stiamo anche facendo un buon lavoro. Quest'indipendenza però di cui parlo, è un'altra cosa e ha un altro sapore, tradotta in parole semplici dice "Faccio un pò come mi pare" e siccome a casa nostra nemmeno io e il Principe, alla soglia di 43 anni suonati, facciamo come ci pare, figuratevi il ghigno che mi viene quando provano a dirlo o a farlo. E poi spesso "il fare come mi pare" significa anche ficcarsi nei guai o in situazioni non proprio sicure, quindi no, a casa Piky, "fare come mi pare" è una frase priva di significato. Devo solo trovare il modo per farglielo capire con meno di 50 decibel. 
IL DISORDINE
Che non riguarda più solo i loro giochi sul quale ho fatto un corso di meditazione per raggiungere un mio equilibrio, ma tutto il resto. La giacca buttata sul divano al rientro, il grembiule sconsolato su una sedia, n paia di scarpe sparpagliate ma scoppiate,  altrettanti paia di calzini, la tazza della colazione con le sue briciole, i giornaletti, le figurine, e pure le idee perché "il gruppo" sta iniziando ad avere il suo peso, gli amici son gli amici e la moda non è più un fatto trascurabile.
I MILLE PERCHE'
Premetto che su consiglio di un'amica sto leggendo un libro di filosofia e ne ho preso pure uno adatto alla loro età perché per seguire un loro ragionamento occorre essere preparati. Primo a dare delle risposte che personalmente non so o che, peggio ancora, so ma non so spiegare, secondo perché non si parla più del perché "il cielo è blu" o "dove va la pioggia quando cade", già sufficiente a mettermi in difficoltà. Qui si parla di amore, del perché le persone si lasciano, delle speranze per quando si sarà grandi e dei desideri che si intendono realizzare. Roba forte per chi spesso le speranze, i desideri e i sogni, non ha così tanto tempo per seguirli e comunque argomenti di cui parlare sì a cuore aperto ma avendo bene in chiaro che l'interlocutore non è un tuo coetaneo.

...ecco non lo so, magari siamo dentro qualche fase dell'infanzia/preadolescenza e un manuale mi avrebbe fatto comodo.




Commenti

  1. Ahahahah! Troppo vero quello che scrivi: alla fine per quanto noi mamme siamo pronte non lo siamo mai abbastanza! La fase dei perché è sfiancante ma anche divertente, la fase dell'indipendenza è vitale per me che lavoro così guadagno tempo e la fase della contestazione invece proprio non la tollero, anche se tento di essere sempre diplomatica ;)

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  2. Guarda, non so se sono fasi ma molto di quello che scrivi lo ritrovo nel ricciolino!!! Sia detto che preferisco questa fase a quella dei primi mesi, tutta rigurgiti, cacche, bimbi da sollevare e pianti, però non è che sia facile neppure il dopo, eh? Mi hai dato una buona idea per rispondere ai perché..aspetto il tuo suggerimento con il titolo del libro di filosofia, però! Quanto al disordine idem. La fase opposizione non è così marcata, in questo momento, per fortuna, però abbondano sbuffi e proteste ad ogni nostra richiesta. Insomma, solidarietà sorella!!!

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  3. avrei potuto scriverlo io.......dobbiamo essere zen o ammazziamo qualcuno...non so se prima marito o prima i figli!

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  4. Ogni età ha una sua fase. Qui siamo in preadolescenza e iniziano a muoversi ormoni è il testosterone? Mah

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  5. Com'è che mi ero persa questo post? Probabilmente perché entro così poco, ultimamente. In ogni caso mi pare perfino inutile che ti dica che gli stessi problemi ci sono anche qui, santo cielo.
    Mi domando come mai mia mamma non si sia fatta mai queste fisime, come avrà fatto?
    Noi (pure noi nonni) ci preoccupiamo molto, ci informiamo, ci facciamo domande, ed è giusto. E poi ogni bambino fa piccoli passi nella crescita, almeno di solito. Poi improvvisamente non li riconosci più, sembrano quasi adulti. Sono fasi, lo sappiamo tutti. Ma a me personalmente certe domande lasciano a bocca aperta. Così come il disordine, sia chiaro. O il faccio come mi pare, che qui è proibito come neanche ai tempi del proibizionismo in America, ma loro che ne sanno?

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