Quando
una persona se ne va, il resto del mondo, impietoso, continua a correre.
Il
dolore che si prova è solo tuo, ti tocca, e non c'è niente e nessuno che possa
in qualche modo alleviarlo.
Il dolore devi affrontarlo, ascoltarlo, viverlo ed
io conosco un solo modo per farlo, in solitudine.
L'ho imparato quando è morto
papà, quando non potevo appoggiarmi a nessuno per cercare di venirne fuori,
perché chi avevo vicino, soffriva quanto me e sarebbe stato come aggrapparsi a
chi non sapeva nuotare per evitare il naufragio. Sarei andata a fondo io e
avrei tirato giù loro.
In questi momenti credo che ognuno debba fare i conti
con se stesso e con le proprie paure ed io della morte ho paura.
Non riesco mai
a darle un significato cristiano, ne vedo solo la tristezza e la tragedia che
c'è dietro ad ogni vita spezzata. Non trovo sollievo nelle preghiere, non trovo
motivazione nei disegni divini, vedo solo una naturale ingiustizia e il mio
pianto è sempre un pianto di rabbia.
Forse è per questo che a ogni perdita
rimango impigliata e perdo un pezzo di me, un po’ di cuore che se ne va e che
mi dice che mai sarò felice come prima e che forse non me lo merito neanche.
Di
mia nonna mi rimarranno tante cose, tutte belle, perché viverle accanto, è
stato un dono che la vita mi ha fatto. Ricordi e sapori mi parleranno di lei in
quelle giornate, dove tutto andrà storto.
Lei per me sarà sempre il sugo al
pomodoro più buono del mondo, il maritozzo alla panna che non mancava mai nel
vassoio di paste, il tiramisù che un pasticciere se lo sogna, la cotoletta
fritta che te ne potevi mangiare dieci. L'orgoglio per i suoi nipoti, l'amore
verso le sue figlie, la devozione per il suo lavoro, la tenacia dentro un corpo
minuscolo ma forte, la vita come unica arma contro la morte.
Lei per me sarà
sempre lei, un pilastro.
È stata mia nonna per ben 42 anni, lo sarà per gli
altri a venire, e se ora fosse qui, e mi vedesse piangere in questo modo, sono
certa che mi direbbe di non farla tanto lunga.
Ci sono passata, anche se erano mamma prima e papà poi. Si chiude una porta, e stavolta non si apre nessun portone. Loro ci rimangono nell'anima, ma la mancanza fisica, quella non ci ha insegnato nessuno a sopportarla. Inutile e stupido dire "Ma per 42 anni te ce l'hai avuta una nonna", magari a me, che ho un ricordo sbiaditissimo delle mie nonne e sicuramente con me il mestiere di nonna non l'hanno praticato. Il dolore è dolore, non ce n'è. E la paura della morte, pure. Ma, per come la vedo io, è perfino peggio la morte di chi ti sta vicino, perché tu rimani qui, con il tuo dolore.
RispondiEliminaPosso - anche se virtualmente l'ho già fatto - abbracciarti di nuovo. Ed è poco, lo so... ma non ho altro.
Sono passata ormai 11 anni dalla morte della mia fantastica nonna e spesso sento la sua mancanza fisica.
RispondiEliminaUn abbraccio forte
Mercoledì era l'anniversario della morte di mio nonno, il mio modello maschile per 15 anni della mia vita.Sono passati 14 anni, però per me e' ancora una presenza. La mancanza la sentirai sempre, anche perché capisco bene ciò che dici della rabbia di fronte alla morte, al non riuscire a trovarci un senso. Cerca di soffermarti sui 42 anni che è stata con te, sui ricordi che ti ha lasciato, quelli che scrivi e molti altri. Saranno loro a cullarti. Ti abbraccio forte forte.
RispondiEliminain questi momenti le parole non contano, c'è solo tanta rabbia e tristezza dentro...un abbraccio.
RispondiEliminaTi abbraccio forte piky. La mia nonna ha quasi 89 anni, un principio di Alzheimer e sta rimpicciolendo ogni giorno di più, da un pò ho iniziato a pensare che prima o poi ci lascerà, ma non so se sarò mai pronta. L'unica cosa che posso dirti è di pensare che siamo fortunate noi ad avere avuto questo tesoro in più, non tutti hanno avuto questo regalo...
RispondiEliminaCi sono passata anche io qualche anno fa, non ci sono parole di conforto, ti mando solo un grande abbraccio
RispondiEliminaTi avvolgo in un abbraccio...
RispondiEliminaA volte la sua memoria riaffiora ancora quando vedo anziane signore romane, di cui era una delle migliori esponenti, e ricordo le sue battute in dialetto che ti spiazzavano,stile Sora Lella...mi hai fatto commuovere ed è vero che basterà molto poco per ritrovarsi con il cuore a mangiare cotoletta e tiramisù sotto il suo sguardo amorevole. Neanche io, in certi momenti, riesco a trovare conforto nei disegni divini o nelle preghiere...e anche le parole mi sembrano poco, ma almeno possono aiutarci a farci sentire più vicini. Un abbraccio forte <3
RispondiEliminaTanto dolore nasce da tanto amore! Anch'io penso spesso a mia nonna. In quei momenti la sento sempre viva in me, nelle cose che mi ha insegnato, nel calore che mi ha trasmesso, nelle pietanze che mi ha fatto conoscere, nelle sue coccole.
RispondiEliminaLei è sempre viva nelle'eredità spirituale che ti ha donato.
Bacioni.
Ketty
E niente. Piango. Perché chi ha avuto la fortuna di avere una Nonna può capire il tuo dolore. Ti abbraccio.
RispondiEliminaE niente. Piango. Perché chi ha avuto la fortuna di avere una Nonna può capire il tuo dolore. Ti abbraccio.
RispondiEliminaProvo le tue stesse emozioni...a me è successo 3 mesi fa...E lei mi direbbe "su che io ho la mia vita me la sono fatta...è giusto così!" E quelle tagliatelle al sugo non saranno mai come le sue!!
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