Dopo il post della
scorsa settimana, neanche fosse di presagio, il tema minaccia è tornato più
volte a proporsi in casa nostra.
Le nostre giornate non sono mai "facili", e loro hanno un repertorio di capricci molto nutrito.
È un attimo farci prendere in castagna e la "minaccia" alla fine è la panacea per un sacco di situazioni tuttavia, l'altro giorno, Cestino, ha rigirato la frittata e dopo l'ennesimo avvertimento, che avrei fatto sparire tutto ciò che giaceva beato sul pavimento se non l'avessero raccolto, lui ha prontamente ribattuto: "Mamma facciamo invece che se rimettiamo a posto, ci porti fuori?".
Il salto è grosso: dalla punizione per non aver ubbidito, al premio per averlo fatto. Da una partita che stanno per perdere, a cambiare le carte in tavola e trovarsi improvvisamente con un full di assi in mano, la mamma in seria difficoltà e alla ricerca di suggerimenti immediati.
Credo di aver pensato "Ora mia cara sei nei guai perché, di fronte a questa genialata, una riposta gliela devi e nel caso tu decida per il no, ti tocca dare anche la spiegazione”.
Ragioniamo: se è vero che“il mettere a posto” è un loro dovere che devo pretendere e non pagare, lo è altrettanto che lui ha proposto un modo nuovo di vedere la questione, lasciando inalterato il risultato, (perché mettere a posto, si doveva comunque), ma cambiando le conseguenze e passando a me la patata rovente.
Il fatto che si senta più motivato a impiegare “fatica” per ottenere una gratificazione, lo posso capire, quello che però non so, è se questo si possa ritenere giusto.
Conosco mamme che sulla teoria del premio ci hanno imbastito tutta la dinamica educativa e altre che invece minacciano anche per un respiro troppo rumoroso, entrambe le tipologie soffrono di “mal di fegato”, le prime perché si sentono di dover sempre e solo “gratificare” (e a volte non lo ritengono giusto nemmeno loro), perché hanno dei figli con diritti acquisiti e che, in fatto di premi, puntano sempre più in alto, e perfino perché per certi versi sono pure“tiranni”, le seconde invece, perché sono sempre in guerra, in una sorta di Braccio di Ferro che ha come unico effetto di sfinire entrambi e al tempo stesso non produrre risultati.
Giusto sarebbe allora la famosa “Terra di mezzo”, dove un po’ premi e un po’ punisci, a seconda dei casi decidi da che parte stare della barricata, consapevole però di non essere coerente e che forse il messaggio che trasmetti sia pure confuso.
Quello che vorrei, quello che mi piacerebbe, è ottenere un comportamento corretto spontaneamente, senza lo spauracchio della punizione e senza la gratificazione del premio, un comportamento duraturo e che dica “faccio così perché ho capito che è giusto, sono io a sceglierlo e non sei tu a suggerirmelo”… potete anche sganasciarvi dal ridere se volete, ma io nel mio essere maldestra, sperimentando di qua e di la, sbagliando sia con le minacce sia con i premi, è proprio lì che vorrei arrivare, nel frattempo sempre più spesso lui mi spiazza con i suoi ragionamenti e le sue valutazioni da”grande” ed io non sono preparata…alla domanda iniziale di questo post, codardamente io non ho ancora risposto. Suggeritemi vi prego!
Le nostre giornate non sono mai "facili", e loro hanno un repertorio di capricci molto nutrito.
È un attimo farci prendere in castagna e la "minaccia" alla fine è la panacea per un sacco di situazioni tuttavia, l'altro giorno, Cestino, ha rigirato la frittata e dopo l'ennesimo avvertimento, che avrei fatto sparire tutto ciò che giaceva beato sul pavimento se non l'avessero raccolto, lui ha prontamente ribattuto: "Mamma facciamo invece che se rimettiamo a posto, ci porti fuori?".
Il salto è grosso: dalla punizione per non aver ubbidito, al premio per averlo fatto. Da una partita che stanno per perdere, a cambiare le carte in tavola e trovarsi improvvisamente con un full di assi in mano, la mamma in seria difficoltà e alla ricerca di suggerimenti immediati.
Credo di aver pensato "Ora mia cara sei nei guai perché, di fronte a questa genialata, una riposta gliela devi e nel caso tu decida per il no, ti tocca dare anche la spiegazione”.
Ragioniamo: se è vero che“il mettere a posto” è un loro dovere che devo pretendere e non pagare, lo è altrettanto che lui ha proposto un modo nuovo di vedere la questione, lasciando inalterato il risultato, (perché mettere a posto, si doveva comunque), ma cambiando le conseguenze e passando a me la patata rovente.
Il fatto che si senta più motivato a impiegare “fatica” per ottenere una gratificazione, lo posso capire, quello che però non so, è se questo si possa ritenere giusto.
Conosco mamme che sulla teoria del premio ci hanno imbastito tutta la dinamica educativa e altre che invece minacciano anche per un respiro troppo rumoroso, entrambe le tipologie soffrono di “mal di fegato”, le prime perché si sentono di dover sempre e solo “gratificare” (e a volte non lo ritengono giusto nemmeno loro), perché hanno dei figli con diritti acquisiti e che, in fatto di premi, puntano sempre più in alto, e perfino perché per certi versi sono pure“tiranni”, le seconde invece, perché sono sempre in guerra, in una sorta di Braccio di Ferro che ha come unico effetto di sfinire entrambi e al tempo stesso non produrre risultati.
Giusto sarebbe allora la famosa “Terra di mezzo”, dove un po’ premi e un po’ punisci, a seconda dei casi decidi da che parte stare della barricata, consapevole però di non essere coerente e che forse il messaggio che trasmetti sia pure confuso.
Quello che vorrei, quello che mi piacerebbe, è ottenere un comportamento corretto spontaneamente, senza lo spauracchio della punizione e senza la gratificazione del premio, un comportamento duraturo e che dica “faccio così perché ho capito che è giusto, sono io a sceglierlo e non sei tu a suggerirmelo”… potete anche sganasciarvi dal ridere se volete, ma io nel mio essere maldestra, sperimentando di qua e di la, sbagliando sia con le minacce sia con i premi, è proprio lì che vorrei arrivare, nel frattempo sempre più spesso lui mi spiazza con i suoi ragionamenti e le sue valutazioni da”grande” ed io non sono preparata…alla domanda iniziale di questo post, codardamente io non ho ancora risposto. Suggeritemi vi prego!
Uh, difficile, difficile... hai un bambino molto intelligente, che ti sfida un po'. Non ce l'ho la risposta giusta, ma posso dirlo? Tuo figlio mi è troppo simpatico... Magari, non so, mediare "Se metti a posto per una settimana intera magari un piccolo premio ci scappa, ma lo decido io". Non so eh... sono piena di dubbi. Batto il cinque al tuo Leo, però!
RispondiEliminaÈ una vera volpe Anna e mi mette spesso in difficoltà, penso a lui come "piccolo" ma mi dimostra che non è così. E' una meraviglia questo perché capisco come cresce e quanto sia bello veder spuntare la sua personalità individuale. La tua idea e' ottima, proverò a proporla magari come una specie di programma, quello che però non voglio e' premiarlo su comportamento che dovrebbero essere i suoi piccoli doveri e che credo sia giusto pretendere senza scendere a patti.
EliminaInfatti hai ragione... non è un buon suggerimento il mio, è un compromesso
Eliminammhh io cerco di non cadere (troppo) ne' in una ne' nell'altra. Decisamente niente promesse ne' premi perché devono capire quali sono i loro doveri. Per mettere a posto di solito dico "dai bimbi, mettiamo a posto tutti insieme, aiutate la mamma" e spesso funziona. Per il resto cerco di usare un po' di ironia, prendendoli un po' in giro o facendo le caricature di quando si comportano male in modo che capiscano come vengono visti dall'esterno...chiaro, non funziona sempre, quando perdo la pazienza un bello strillo non lo toglie nessuno...
RispondiEliminaUn modo per risolvere potrebbe essere " non ti devo premiare se fai il tuo dovere", però in effetti il bimbo e' una favola... :-)
RispondiEliminaIo non ho suggerimenti da darti. Io uso lo spauracchio della minaccia troppo spesso. Vorrei non dover minacciare. VOrrei non dover ripetere le cose milioi di volte. Che è ciò che odio di più. A volte prometto premi. Un equilibrio vero e proprio ad essere sinceri non l'ho ancora trovato...
RispondiEliminaIn questi giorni (tolti quelli di febbre a ottomila) ho sperimentato il potere che ha la parola "orgoglio" su di loro. Di solito i miei bimbi ritirano abbastanza i giochi, ma spesso a suon di "vediamo chi fa prima a..." e loro lo prendono come un gioco. Il risultato è eccellente, ma i miei bimbi hanno un eccessivo spirito di competizione. Poi un giorno Giulia, per qualceh strana congiunzione astrale, ha messo in ordine senza che nessuno glielo dicesse...arrivo in salone ed era PERFETTO. Come lo avessi fatto io. Ho chiesto a suo padre se l'avesse aiutata. No. E lì è scattata una frase, il cui potere mi è parso chiaro qualche giorno dopo "Mamma è davvero orgogliosa di te!". Qualche giorno dopo h di nuovo fatto una cosa ben fatta di sua volontà e poi mi ha chiesto "sei orgogliosa di me?"
RispondiEliminaForse il premio più grande, per loro, siamo noi! Se il ostro amore non è un premio e non viene sottratto per punizione, se è incondizionato...il nostro orgoglio per loro è frutto di cosa fanno. Allora ultimamente chiedo e cose dicendo "Mamma sarebbe molto contenta se tu facessi...". Pare funzioni. Più spesso della minaccia e con fossilizzazioni minori dei premi per ill loro dovere. Spero...
PS: anche Leo è un "avvocato dell'accusa" come chiamo Giulia? :-)
RispondiEliminadunque...non ho la risposta! :-P
RispondiEliminaQuello che so è che spesso mi rivolgo alla minaccia, ma non sono brava a mantenere fede a essa. Quello che ancora so è che tutto ciò che qui a casa è "ora basta! se non fai X cosa ti tolgo quel gioco!" oppure "non si va da nessuna parte!", a casa dei nonni si annulla. Lei sa esattamente cosa fare e lo fa: metter in ordine, non schizzare lo specchio del bagno o, se lo si schizza, pulire lo specchio del bagno; aiutare a sparecchiare, essere gentile nel chiedere le cose.
Allora, mi dico, il problema è casa o sono io?
Credo che continuerò a invocare la minaccia nei momenti di stanchezza o di resa :-\
ottenere un comportamento corretto spontaneamente sarebbe il sogno di ogni madre, ma diciamocelo chiaramente, non sarebbero bambini se fossero già perfettamente educati e perfetti!
RispondiEliminaVivendo in Kuwait in mezzo alla comunità inglese ho o imparato che il metodo del premio porta maggiori risultati di quello delle punizioni. Il bambino si sente maggiormente stimolato a fare bene per ricevere uno sticker, una gratificazione verbale, un gesto che
Scusa è partito il commento😱
RispondiEliminaUn gesto, come il portarli fuori, che serve per dire "bravo, ti sei comportato bene ed o ne sono felice!".
Non è facile, spesso è più facile punire, ma per esperienza posso dire che da noi funziona di più il premio della punizione.
Io penso che in questo caso il premio non sia adeguato, perché non lo hai deciso tu fin dall'inizio. Una frase del tipo: "niente premio, e' una cosa che dovevi fare ma se lo fai Saro' molto molto contenta di te?" ?!
RispondiEliminaAnche io cerco il giusto equilibrio ma non è affatto facile!!!
Sono una mamma a favore dei premi, ma quando la negoziazione è insostenibile la minaccia parte da sola! ;-)
RispondiEliminaDovremmo trovare la Terra di mezzo (magari se esco da questo cavolo di tunnel mi ritrovo prorpio lì :D)
Davvero difficile mediare.
RispondiEliminaCredo che il giusto mezzo sia la cosa migliore.
Forse Leo ha cercato pure lui di mediare. Ascoltarli ogni tanto ed assecondare le proposte positive non è sbagliato, non c'è nulla di male. Basta che non diventi un'abitudine. In quel caso si che non va bene, passa il messaggio che le cose si fanno solo per ottenerne delle altre.
Fermezza, autorevolezza, poche regole ben chiare. Sono questi gli ingredienti di una buona educazione.
In teoria siamo tutti bravi, ma poi, calare la teoria nel contesto è complicato.
È un cammino in salita.
Tu rilassati. Ascolta il tuo buonsenso e cerca di non far percepire la tua difficoltà, altrimenti loro se ne approfittano.
Vedrai che la Terra di Mezzo la troverete insieme!
Cavoli! Cestino è impegnativo...molto impegnativo!!!
RispondiEliminamamma mia...che situazioni... è vero, non è facile mediare. io cerco sempre di premiarla e di tenerla tesa sul filo per farle capire che deve meritarsi tutto e che non è sempre scontato avere. ma non è sempre facile. come ti capisco cara
RispondiEliminahttp://emiliasalentoeffettomoda.com/cosa-mettere-nella-borsa-del-mare/
E' un bel dilemma... Non so come si esce da una questione così, io non ne sono uscita, minaccio, gratifico, sbaglio, indovino,
RispondiEliminaSo che le volte che viene meglio sono quelle in cui la trattativa proprio non c'è, quelle che trovi la chiave giusta per fargli fare quello che dici tu, ma lo fanno pensando di averlo scelto loro.
Fichissmo. Ma riesce poche volte! Bacio ;-)
Mamma Piky che tasto dolente hai toccato per me..io non sopporto quando non mette a posto i suoi giochi dopo che ha giocato mamma mia! Spesso passo alle minacce dopo che con dolcezze gli chiedo si sistemare per 2-3 volte e a volte gli prometto qualcosa..non so quale delle due prevalga ma entrambe mi fanno sentire frustrata.Lui mi sfida a volte e guardandomi mi dice che mette a posto solo se lo aiuta papà e io mi inalbero ancora di più..lui usa ultimamente una tecnica: mi chiede dove vanno le cose anche se sa benissimo il loro posto e al mio dirgli dove vanno le mette tutte al loro posto..bah non so che soddisfazione o sollievo gli dia fare così..spero che la cucciola non prenda da lui e che quando sarà grande si aiutino a vicenda!!
RispondiEliminaBuon pomeriggio cara
Francy
Cara Mary, anche io seguo molto l'istinto e ci vado molto cauta con i premi. Mio marito invece ne fa un uso spropositato...ogni volta che vuole ottenere qualcosa da Michy promette lego-city come premio ed ora ne abbiamo la casa invasa.
RispondiEliminaSempre la solita questione compiti: se li fai in poco tempo possiamo andare a fare una bella passeggiata, di solito funziona.
RispondiEliminaUna mamma le prova tutte per far andare bene la sua giornata e non arrivare a sera stremata , con i nervi scossi e magari sentendosi pure in colpa