LO PSICOLOGO (spunti su cui riflettere)

Qualche settimane fa, per una collaborazione che stiamo gestendo con Umbria for mummy, ho incontrato una psicologa specializzata nel settore infanzia. Tratta argomenti molto interessanti e le problematiche più comuni con cui tutte le mamme prima o poi trovano a scontrarsi: sonno, cibo, capricci e via sul tema. Ammetto di non aver resistito nel parlarle di noi, mi son sentita molto Pieraccioni nel film fuochi d'artificio, non so se avete presente, e mi son fatta un po’ psicanalizzare. E' stato molto interessante.
Poi c'è stato l'incontro all'asilo, sempre con una psicologa, a sostegno della genitorialità e per sviscerare alcune problematiche riscontrate tra i bambini e, a parte l'affluenza vergognosa, 5 genitori in rappresentanza di più di 100 bambini, si è rivelato un appuntamento molto istruttivo.
Vi riporto un po' di notizie, possono sempre servire.

l bambino non è la famiglia bensì il bambino fa parte della famiglia.
Mettere i figli al centro, sempre e comunque, non è saggezza. Considerarli nostro unico obiettivo e fare qualunque cosa in loro funzione, non serve a farli crescere, anzi è il contrario. Ne limita l'autonomia e la capacità di vivere in contesti diversi dalla famiglia.
Dedicargli tutto il tempo a disposizione e soddisfare i loro bisogni, prima ancora che li esprimano, non è bene è solo voler attutire i sensi di colpa che spesso ci affliggono. Tra l'altro quest’atteggiamento li porta ad averci in pugno e a far fare a loro la parte del "grande" mentre è un loro diritto essere dei bambini e ad avere un genitore che "comanda".
Mentre lei parlava, mi è tornata in mente una strofa di una canzone di Ligabue che in questi giorni mandano spesso alla radio "... e il bambino più grande mi mena davanti a tutti gli altri, mio padre che passa, mi salva e mi condanna per sempre"... ovvero non possiamo proteggerli sempre e da tutto, se vogliamo che crescano.

Il dialogo è importante se limitato al giusto.
Parlare con i bambini è fondamentale, è il motore della relazione che instaurano con il genitore ed anche una base importante per la conoscenza, tuttavia non bisogna eccedere, ovvero se una cosa non si deve fare non si fa, concisa deve essere la spiegazione della motivazione, primo perché non sempre hanno la capacità di comprendere un discorso troppo articolato, secondo perché altrimenti ai suoi occhi ci staremmo solo giustificando e questo non gli permetterà di considerare il comportamento come veramente vietato. Un genitore che si "scusa" non da sicurezza a un bambino e questo e', e potrebbe essere, un problema.

Non si fa la guerra per il cibo.
Il momento dei pasti non deve trasformarsi in un braccio di ferro tra noi e loro né sulla quantità né sulla qualità, inutile intestardirsi ad esempio per la storia delle verdure ma continuare a proporle normalmente, prima o poi le mangerà e sbagliato e' anche usare frasi come "mangia che così diventi grande" o ricatti di altro genere. Devono mangiare per soddisfare un bisogno e farlo con piacere, non vederlo come dovere o peggio ancora imposizione.

Ognuno ha il suo modo per rilassarsi, rispettiamolo.
Non demonizzare il dito in bocca né altri comportamenti che per noi sembrano inusuali, loro li usano per tranquillizzarsi e sono del tutto positivi, un po' come quando noi ci sdraiamo sul divano dopo una giornata particolarmente stancante, a non fare niente.

Insomma ho raccolto un  po' di materiale su cui lavorare, perché l'errore è spesso dietro l'angolo e si nasconde in quei comportamenti che diciamo di tenere per il loro bene. Ecco sembra non sia così.
Io ho preso appunti e dovrò di sicuro lavorare sul punto 1, ed anche sul cibo sono spesso una "bega", con mio figlio che a volte mi rimprovera e se ne esce con "mamma calma eh! Un attimo di pazienza!"

Commenti

  1. Che belli questi incontri! Io dovrò lavorare molto sul cibo allora, perchè il "mangia così diventi grande" noi glielo diciamo sempre! Anche il punto uno non scherza con noi, mai lasciato coi nonni se non per qualche ora e per necessità, sempre fatto tutto con lui e, fondamentalmente, per lui. Però non ci pesa...anzi siamo felici così...comunque interessanti spunti, bel post, brava!

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    1. Il "mangia diventi grande" credo lo dicano tutti, io compresa e sinceramente non pensavo fosse un comportamento sbagliato mentre invece li porta a mangiare non per soddisfare un bisogno ma per compiacere noi è comunque per dovere. Ci devo lavorare.

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  2. Ciao,
    sono perfettamente d'accordo su tutto ed è proprio la linea di condotta che seguiamo noi!
    Soprattutto sul cibo. Non gli corro certo dietro, se hai fame mangi (quello che c'è) se no pace, mangerai al prossimo pasto (e non fuori pasto).
    Quando do un divieto spiego perchè, cerco di non dire "perchè no" (da piccola lo odiavo), ma di sicuro non mi scuso per averlo dato.
    Lascio correre solo sul latte prima della nanna perchè ho visto che ne sentono proprio la necessità, li ho sempre lasciati regolare da soli nei limiti del mangiare sano e a pasto.
    Anche sui metodi di rilassamento sono tranquilla. Di sicuro non andrà al primo appuntamento con il ciuccio. L'unica regola è, però, che si usa per fare la nanna e - al massimo - a casa.
    Metto il link al tuo post sul mio blog perchè è molto interessante.
    Ciao
    Giorgia

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    1. Grazie per il link. Anche noi cerchiamo di seguire i loro ritmi nel cibo e non mi faccio troppi problemi per fargli finire quello che ha nel piatto ma a volte la frase "mangia che così diventi grande" mi scappa.

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  3. I tuoi spunti sono molto interessanti.
    Mi soffermo però sull'affluenza vergognosa: purtroppo la maggioranza pensa che il "mestiere" di genitore sia innato. Io invece penso che avere qualche idea per uscire dagli automatismi e poi ragiornarci con la propria testa sia assolutamente positivo.

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    1. Sono rimasta pure io stupita sull'affluenza, e considera che due genitori erano una mamma e un papà, quindi in rappresentanza dello stesso figlio. Capisco che molte volte sia difficile organizzare tutto ma lo consideravo un appuntamento importante, e sono andata.

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  4. Caspita sul primo punto devo lavorare eccome...mio marito me lo dice sempre, di non dedicare tutto tutto il mio tempo a lei ma io sono dura di comprendonio :/
    darling

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  5. il punto 1 mi da molto da pensare. Mettere al centro il bambino e far ruotare tutto intorno a lui no, non lo abbiamo mai fatto (anche perchè lavorando in due per cinque giorni se non sei alla setttimana, non è che si possa), però abbiamo sempre pensato che il bambino, seppur piccolo, dovesse avere sempre voce su (quasi) tutto, forse perchè a noi era mancata. Ora, ogni tanto, la situazione sembra sfuggire di mano e dobbiamo imporci per fargli capire che può dire la sua ma poi l'ultima parola spetta a noi genitori e non è sempre facile.Mi stavo giusto domandando se non abbiamo esagerato a dargli spazio!
    Che difficile questo mestiere!

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    1. E' il confine tra il giusto e il troppo quello che ci frega, noi abbiamo fatto lo stesso!

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  6. Grazie per questi spunti! Se organizzassero degli incontri anche da noi, ci andrei senza pensarci due volte! Il nostro punto debole è da sempre il cibo e la sua testardaggine a non voler assaggiare niente di nuovo. Mi dicono che è una fase ma è una fase che io non sto vivendo bene quindi ben vengano gli aiuti dagli specialisti!

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    1. Credo che continuare a proporre varietà dei cibi anche se magari non sempre li assaggiano, sia la strada giusta e' pur vero che i bambini sono abitudirani e tutte le novità sono per loro un po' sconvolgenti.

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  7. Che bello il tuo post! Interessantissimo!!! Prendo spunto perché ultimamente é arrivato un punto difficile... lui mi sfida su tutto, e solo ha 16 mesi!!quindi punta bene...

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    1. 16 mesi e' l'età della ribellione forse ancor più della adolescenza...dice che e' il primo distacco ed e' il più duro.

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  8. Questo Post è davvero molto interessante e da molti spunti su cui riflettere!!! Grazie Piky!

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    1. Grazie a voi, perché e' dalle vostre risposte e quindi dal dialogo che nasce il confronto.

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  9. io adoro avere confronti. Il primo punto è quello più difficile, il genitore moderno lo fa più dei nostri genitori, o almeno lo fa in modo diverso.Comunque nulla è così facile, c'è pure troppa consapevolezza....

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    1. Il fatto che "una volta" c'erano famiglie numerose, riguarda al primo punto aiuta, non c'era così tanto tempo da dedicare a tutti, si era più autonomi e per certi versi, si aveva una marcia in più.

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  10. …grazie mari…diciamo che rifletterò su tutti i punti, perché credo di aver toppato a volte in…tutti, ecco :-P

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  11. Il punto 1 credo sia il punto debole mio e di maritino anche se con un solo figlio è davvero dura non metterlo al centro di tutto perché in realtà lo è ! Ci dovrò lavorare parecchio....

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    1. Idem...anche se ora sono due e tutto si e' ridimensionato.

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  12. È sicuramente una bella opportunità per una mamma fare un incontro di questo tipo e affrontare tali temi ottenendo anche un parere tecnico. Baci

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  13. Mmmmm....io ho delle perplessità su qualche punto che non mi sento di condividere pienamente. Il primo ad esempio:il bambino non è la famiglia, ovvero non metterlo al centro di ogni cosa che si fa...beh, purtroppo credo che questo suggerimento potrebbe andar bene nel caso in cui i genitori fossero sempre a casa ( cioè se si campasse di rendita con uno stuolo di servitù). Credo che con le vite che abbiamo tutti, caotiche e piene zeppe di impegni, a cominciare dal lavoro di mamma e papà che riempie almeno 5 gg su 7....è difficile che un bambino di oggi si senta al centro dell'universo. E se riusciamo a metterlo al primo posto nel pochissimo tempo che ci resta, credo sia una conquista e non un messaggio educativo sbagliato.
    Sul secondo punto che definisce il dialogo importante se limitato....anche qui devo dire che invece di imporre a mia figlia delle cose che inizialmente non accetta con un must e stop preferisco far lavorare il cervello e sforzarmi di insegnarle l'arte dell'argomentazione, piuttosto che abituarla a direttive che devono diventare dogmi. È senzaltro più faticoso ma se lei è capace di tirare fuori dalla sua testolina qualche buona motivazione per non essere daccordo con me su qualcosa, per me è una vittoria. È insegnarle a capire che le proprie intenzioni si possono difendere se si fa lavorare la testa.....devi fare questo e basta educa a cosa?
    Gli altri punti invece li condivido in pieno!
    Peccato per l'esigua partecipazione dei genitori, queste occasioni di incontro dovrebbero essere maggiormente valorizzate.
    Bacioni, a presto :-)

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    1. In realtà sai che mio figlio (il primo, perché la seconda ha per necessità dovuto dividere tutti e adattarsi!) e' stato al centro della famiglia proprio perché non potevamo dedicargli tanto tempo, ovvero quando stai fuori casa tutto il giorno, rientri e per i sensi di colpa, lo assecondi in tutto, ti metti al suo servizio e accetti cose su cui non hai la forza di opporti o di lavorare....lui un po' se ne e' approfittato, ora l'arrivo della sorella ha ristabilito degli equilibri ma non del tutto.
      Sul dialogo sono d'accordissimo, noi cerchiamo di parlare molto con entrambi e questo li ha portati anche ad avere un linguaggio sviluppato e precoce, tuttavia a volte cado nel tranello della lunga spiegazione, che loro non capiscono e fa sembrare me una che si sta scusando!

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  14. Sono riflessioni molto interessanti, peccato che a queste riunioni partecipino sempre pochi genitori. Su due punti però la penso come Pingk, specialmente nei primi anni di vita il bambino deve poter vedere soddisfatta la sua parte egocentrica per poi riuscire ad aprirsi agli altri con sicurezza. Certo i confini tra il corretto accudimento e il rinunciare al ruolo genitoriale talvolta sono sottili ma vale la pena provarci.
    Poi il dialogo, ok io ho il problema di dovermi contenere (mannaggia a me!) però non ci vedo niente di male nell’apparire talvolta in difficoltà o scusarsi per una cattiva decisione presa, ovviamente se ciò accade di continuo occorre ripensarci come persone prima ancora che come genitori.
    Come sempre è davvero dura trovare l’equilibrio necessario.

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    1. Scusarsi se si sbaglia e' doveroso, anche per il genitore, ma dare troppe spiegazioni ad un divieto o ad una regola (da sembrare di scusarsi), e' un "problema"...a volte gli vogliamo far capire tutto e oltre che caricarli di troppo, non raggiungiamo nemmeno lo scopo educativo...sarà che io con mio figlio a livello verbale, combatto le peggio battaglie perché lui e' molto acuto ed elabora ragionamenti in solitaria che poi tira fuori a distanza di tempo e ti spiazzano, una discussione ne origina un'altra, un'altra e così via.

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  15. Ciao Mamma Piky, dico dico ma poi il blog mi manca tanto, per cui, se ti va di continuare a seguirmi, da qua in poi, mi trovi qui http://www.amoleggere.blogspot.it/ Un bacione enorme

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    1. Ehi ciaooooo, che bello trovarti qui...ti verrò di certo a trovare!

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  16. Molto molto interessante... e come spesso accade, la partecipazione dei genitori lascia a desiderare. Non è che ci secca, in quanto parte in causa, sentirci dire che quel che facciamo non è il meglio per il nostro bimbo? Non è facile mettersi in discussione come persone, ma siamo disposti a discutere con i nostri figli del colore delle nuvole, non è strano?
    Grazie per gli spunti, davvero davvero utili ^_^

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    1. Molti mi hanno proprio dato questa come spiegazione all'assenza!

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