60 SECONDI


Un kata dura 60 secondi, a volte anche meno. Ore di allenamento riassunte in un solo minuto.

Un minuto in cui però devi dare tutto quello che hai dentro e anche di più. Un minuto che poi diventerà un punteggio e che determinerà la classifica.

Per molti è una follia, tanta fatica bruciata in così poco tempo e che magari, per una minima distrazione o per quei brutti scherzi che a volte gioca l’emozione, può pure mandare in fumo mesi di sacrifici.

Nel calcio una partita dura 90 minuti, un tempo sufficiente che, volendo, ti permette anche di sbagliare perché in quasi due ore, potrai anche decidere di cambiare strategia e provare a recuperare.

Nel karatè no, questo non è possibile. Hai solo 60 secondi e non devi sbagliare nulla perché non avrai la possibilità di riprenderti. I primi componenti da mettere in campo (in questo caso nel tatami), sono la testa e il cuore…se ci sono loro , allora il corpo allenato li seguirà.

Di gare di kata ormai ne ho viste diverse per poter dire che niente può essere dato per scontato e che ogni volta può succedere di tutto, non sai mai con chi ti capiterà di scontrarti, non hai un metro di misura e di confronto, hai solo te, quello per cui ti sei allenato e quei sessanta secondi che ti separano dal podio.

Per l’atleta sul tappeto è un tempo cortissimo, per te che sei sua madre e che stai aspettando sugli spalti, invece non finisce mai e anche se non ti stancheresti mai di guardarlo e non ti perderesti una gara per niente al mondo, quel minuto è il mix perfetto di gioia e sofferenza, comunque andrà a finire.

Ecco, io, prima o poi, durante questi benedetti 60 secondi, sono certa che ci lascerò le penne.

Commenti

  1. Il tempo si dilata o si accorcia a seconda delle emozioni che viviamo. E se sono emozioni che ci preoccupano, lui, simpaticamente ce la fa pagare...

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