Sono le nove di mattina e già
sono salita e scesa dall’auto non so quante volte.
Devo indossare qualcosa di sintetico
perché prendo la scossa ogni volta che apro e chiudo la portiera il che fa di
me una persona sufficientemente nevrotica già prima di arrivare al lavoro.
Lungo la strada faccio mentalmente
la spesa, per il pranzo e per la cena, valutando il percorso più conveniente
per riuscire a passare nel minor tempo possibile dove devo. Mi sono cacciata da
sola nel guaio di non comperare negli ipermercati dove trovi tutto al primo
colpo e mi piace complicarmi la giornata, andando nelle botteghe di paese, in
quelle che mi piacciono di più tra l’altro, per cui per fare una spesa completa
posso metterci anche tutto il giorno. È importante, fondamentale dire,
ottimizzare i tempi.
Le ore della mattina in ufficio
sono sempre un gran casino, l’emergenza è diventata la normalità e non importa
che sia lunedì o venerdì, la mattinata è comunque nera. Il telefono suona n
imprecisate volte, mi alzo e mi siedo dalla seggiola lo stesso numero di volte
in cui scendo e salgo dalla macchina. I fogli sulla scrivania si moltiplicano
con la velocità cinetica di una seduta di spinning fatta bene. Sono fogli che
poi dovranno trovare una giusta collocazione tra archivi e fascicoli e vi
assicuro che la pila è alta.
In tarda mattinata non manca mai
l’emergenza delle emergenze, proprio lì, a ridosso dell’uscita da scuola dei
bambini, quando la campanella sta per suonare ed io sono immersa nel traffico
di “non so dove” con la lista della spesa ancora nella mia mente.
Compro al volo quello che posso e
come posso, e mi scapicollo sulla salitina davanti all’ingresso per non
arrivare tardi…che non so i vostri, ma i miei figli attaccano un pippone quando
non arrivo in tempo!
Tornati a casa, il pranzo è da cucinare,
nelle giornate estreme, ripiego su un toast, in ogni caso il tempo è poco. Toh!
Oggi guarda caso c’è pure l’appuntamento con il dentista. Ho tutto cronometrato:
dieci minuti per rifare i letti, nel frattempo il minestrone per la cena cuoce sul
gas, c’è da guardare i compiti per capire quali libri dovremmo portarci dietro tutta
la giornata e mi torna in mente che Teresa ha pure il corso di danza.
Siamo fuori in un baleno, la
strada nemmeno la vedo, taglio per i campi per essere la prima paziente a
studio altrimenti, dal dentista ci facciamo notte. Risaliamo in macchina mezz’ora
dopo, uno ha fame, l’altra ha sete ed io dovrei andare in bagno. Cerco una
soluzione che vada bene per tutti e tre ma sia chiaro abbiamo 3 minuti, 4 al
massimo di autonomia.
Si riparte, quando guido in
genere prego di non trovare code, se tutto fila liscio, attacco il mio corso
di inglese. La prima tappa è la scuola di danza di Teresa, io e Leo poi
proseguiamo verso il mio ufficio dove passeremo tutto il pomeriggio, io con un
occhio ai suoi compiti ed un altro alla pila di fogli della mattina.
Si fa buio, qualche anima pia mi
riconsegna Teresa, chiudo tutto, computer, luci e porte a chiave. Si risale in
macchina per l’ultimo round. La cena e di sicuro qualche compito non terminato nel
pomeriggio.
E' stata dura, lo è sempre in realtà ma ora, sdraiata sul mio letto,
alle undici di sera, con la cucina a posto, la biancheria stesa, i bambini che
dormono, i compiti fatti che giacciono dentro gli zaini, e pure la merenda pronta,
capisco meglio cos’ è l’ONNIPOTENZA.
Io non lavoro, ma già con l'arrivo del quarto se riesco a tenerli sazi, puliti e con i compiti fatti tutti quanti mi parte il delirio di onnipotenza!!!!
RispondiEliminaMi sa che siamo tutte un po' messe cosi' e tutte, in un certo senso, se non onnipotenti, di sicuro molto wonder woman, non per volere ma per necessità e amore!
RispondiEliminap.s. Mi consola sapere che non sono l'unica a portarmi i bambini in ufficio!!!
Santo cielo, vedo che mia figlia non è l'unica ad essere messa male. Con il suo ritorno in ufficio, tutto si è complicato, e di parecchio. Siamo coinvolti anche noi nonni e lunedì scorso la giornata si è svolta nel seguente modo (stavolta parlo per conto dei nonni, ma per i genitori è lo stesso, in quanto a corse).
RispondiEliminaLunedì assemblea di due ore per Leo, alle medie. Quindi il papà l'ha portato da me alle otto e io l'ho portato a scuola alle 10. Faccio benzina (per fortuna), un minimo di spesa e prendo un caffè. Con il caffè in gola prima emergenza: Isabel non sta bene, bisogna andare a prenderla a scuola. Ok, vado ma... c'è il mercato, per cui ho fatto tre giri per trovare un parcheggio. Prendo la piccola, che ha mal di stomaco e la porto a casa. Ma. Mamma prende un appuntamento col pediatra, perché sono 2 o 3 giorni che sta messa così. Ok. La pediatra non è proprio girato l'angolo quindi ripiglia l'auto, vai dalla pediatra che è in ritardo di mezz'ora e fai la visita. Al ritorno fermi in farmacia e poi a casa. Un'anima pia ha preso Leo e l'ha portato a casa. Siccome la pediatra sospetta un'appendicectomia, bisogna misurare la temperatura interna e esterna ogni 3 ore. Nel tirare giù la scatola dei medicinali alla ricerca del termometro faccio il danno. Mi precipita a terra una bottiglietta di olio di iperico. OLIO. Vetri ovunque, cane che vorrebbe annusare, Leo che vorrebbe che lo accompagnassi da un amichetto per le tre. Peccato che siano le due e venti e io debba ancora cucinare qualcosa per pranzo. Sono sull'orlo di una crisi di nervi perché togliere l'olio dal pavimento è un'impresa. Pasta in bianco per pranzo. Nel frattempo del frattempo la temperatura di Isabel indica che è meglio portarla al pronto soccorso per una verifica.
Mamma e papà vanno al pronto soccorso con Isa, io accompagno Leo a basket e lo vado a riprendere un'ora dopo. Al PS tutto bene, escludono l'appendicite ma domattina un'ecografia tanto per stare tranquilli.
Riporto Leo a casa (si son fatte le 20,30) e credo che morirò a breve dì infarto, di ansia e di preoccupazione. Ah, dimenticavo anche la stanchezza.
Parcheggio, ringraziando Iddio di aver fatto benzina e vado direttamente a nanna. Prima di dormire penso che "loro", i genitori, PS a parte, fanno avanti e indietro tutti i giorni, perché niente è comodo. Isabel frequenta il corso di pattinaggio a una decina di km da casa, Leo fa basket vicino a casa mia. In più c'è catechismo, il corso di informatica per Leo che era un peccato perdere, visto che lo organizza la scuola ed è gratuito.
Ogni tanto mi fate pena, poveri genitori, che vi fate in quattro.
Io non ho fatto tutta questa fatica, non so…
Per fortuna ci siete voi nonne insostituibili e grazie!!!
RispondiEliminaÈ vero, ti senti onnipotente
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