Mimma e Drusilla,
pronuncio il loro nome e sorrido.
Le conosco oramai da tempo, virtualmente
certo, ma è come se fossero le mie vicine di casa. Ho iniziato a
scrivere nel blog e le ho incontrate quasi subito, la simpatia (spero
reciproca) è stata immediata e la curiosità sulla loro vita expat è esplosa.
Sono le Mamme nel deserto, che hanno lasciato la loro quotidianità “made in
Italy” per abbracciare il sogno di seguire la famiglia, la loro famiglia ed
anzi, è proprio in un paese straniero, che dicono di esserlo diventato ancor di
più, ancora più profondamente. Mimma e Drusilla, molto diverse tra di loro
eppure così somiglianti in tante cose, di certo unite e ognuna speciale, forte
e coinvolgente. So che le conoscete praticamente tutte, e non vi dico nulla di
nuovo, ma in questo periodo ho bisogno di parlare di cose belle e loro lo sono.
Su quest’ avventura
chiamata vita, hanno scritto un libro "Ma come ci siamo finite in Kuwait?" ed io non l’ho letto: l’ho divorato.
Vorrei raccontarvelo ma preferisco che a farlo siano loro con questa intervista
doppia che hanno accolto con entusiasmo e concesso, voi godetevela, io l'ho fatto, ed ora non mi resta che una cosa sola: stringergli la mano!
Ragazze partiamo
dal nocciolo della questione, "Come ci siete finite in Kuwait?"
Drusilla: In Kuwait
ci sono arrivata per amore, sia dei figli che di quel pazzo di mio marito. Ho
mollato tutto ciò che di certo e sicuro avevo in Italia per inseguire lui ma
soprattutto un progetto di vita che si chiama Famiglia.
Mimma: ci sono
arrivata con la forza del pensiero positivo. Desideravo che quel figo di mio
marito che aveva lasciato un ottimo lavoro a Dublino per me per farmi vivere
nella mia amata Milano, avesse di nuovo un lavoro stimolante e all'altezza
della sua grande esperienza e professionalità, più di quello che aveva
accettato per me in Italia. E così ecco che dopo vari esercizi di
visualizzazione arrivò la telefona per Kuwait.
L'aereo atterra, il
portellone si apre, voi scendete e un getto di “aria straniera” vi investe.Qual'è stato il
vostro primo pensiero?
Drusilla: Il mio
primo pensiero quando il portellone dell’aereo si è aperto è stato: “finalmente
possiamo riabbracciare il nostro daddy e dare inizio alla nostra nuova
avventura”. Mio marito è partito prima di noi e quindi erano circa tre mesi che
non ci si abbracciava.
Atterrare in Kuwait
voleva dire finalmente insieme, solo noi quattro e questo nuovo paese tutto da
scoprire e vivere.
Mimma: Sai qual'è
la scena che ricordo di più?? Quando finalmente, dopo aver recuperato i bagagli, fatto i controlli in
mezzo a un'umanità così diversa, con Giada così piccola e bionda, arriviamo
all'uscita. E lo vedo. Lui . C'erano interi gruppi familiari per attendere le
persone, fiori, piccoli e artigianali razzi sparati per festeggiare. A noi
c'ero UNO, solo Uno. Che per noi era tutto. Finalmente di nuovo insieme. Sai che se ci penso mi emoziono ancora.
E qual è stato il
primo momento in cui vi siete sentite veramente
"come a casa"?
Drusilla: mi sono
sentita veramente come a casa dopo un anno dal mio arrivo in Kuwait, quando
finalmente ero riuscita a crearmi una vera vita fatta di amici, persone alle
quali volevo bene, impegni, scuola, amichetti per i miei figli, serate in
compagnia. Insomma, quando finalmente la mia casa si è riempita di risate,
affetto, bambini, musica, rumore, caos e amici veri.
Mimma: La casa da
subito l'ho sentita casa. Non prendetemi per matta, ma appena sono entrata in
questo appartamento che non avevo mai visto, io che sono empatica, ho pensato
"qui ci starò bene". Me l'ha
detto la mia pancia. Poi per sentire Kuwait casa c'è voluto più tempo, non
sempre la sento casa. Ma ci lavoro ogni giorno affinchè lo sia.
Diteci una cosa,
una sola, che più di tutte, non vi piace del Kwait.
Drusilla: Solo una
cosa?! Facciamo almeno un paio, dai!
Non mi piace la
mancanza di capacità di valorizzare ciò che possiedono, perché il Kuwait è un
paese ricco, detiene il 10% del petrolio mondiale, è il 4° paese più ricco al
mondo, ma non investe per il suo futuro. Non ho mai sopportato l’assenza dei marciapiedi
che ti costringe ad utilizzare l’auto per ogni semplice spostamento.
Mimma: La mancanza
di diritti umani importanti. Esiste la censura. Alcune persone lavorano in
condizioni davvero gravi o comunque prive di tutte le tutele.
Diteci
ora cosa invece amate di più.
Drusilla:
Ho amato il Kuwait perché è un paese kids friendly, meravigliosamente orientato
alla famiglia ed alle esigenze dei bambini.
Ho
amato il clima, perché avere il sole per più di otto mesi l’anno è impagabile
ed ha risvolti positivi anche sull’umore.
Impossibile
non apprezzare questo paese per le oppurtunità che offre alle expat per amore
che possono reinventarsi trasformando una lora passione in un vero e proprio
lavoro.
La
comunità expat è molto forte e coinvolgente, Kuwait City è un po’ come un
enorme paesone dove ci si conosce un po’ tutti e ci si incontra spesso a fare
la spesa o al club.
Mimma:
Ha detto tutto Drusilla e concordo. Io ho amato il Kuwait e l'amerò sempre
perchè qui siamo diventati una famiglia. Io e mio marito non siamo una coppia
di lungo corso come Drusilla e Mattia, ed è qui che abbiamo avuto la vera
convivenza. E stare sempre da soli ci ha aiutato.
In cosa l'Italia è migliore del Kuwait?
Drusilla: La
cultura, le tradizioni, la storia, il cibo, lo stile di vita.
Mimma: La
bellezza, la democrazia, i diritti umani,
la natura.
In cosa il Kuwait è
migliore dell'Italia?
Drusilla: Come
dicevo prima i servizi per le famiglie, l’accoglienza e le attenzioni, in ogni
luogo, verso i bambini sono imparagonabili. Appena atterri in Italia ti rendi
conto che esistono tanti cafoni che non sono in grado di aiutare una madre che
viaggia con due figli al seguito mentre in Kuwait non c’è persona che non ti
offra il suo aiuto.
Mimma: Credo che
l'assenza di problemi economici renda
tutti più sereni. Incontro gente molto rilassata. Gli ambienti sono sereni. Poi
non c'è la paura di furti e delinquenza.
Qual è la
difficoltà maggiore nel vivere da expat con i figli?
Drusilla: Affrontare
il cambiamento continuo. Quindi, il dover ripartire da capo ogni volta, doversi
ricreare una nuova vita in un nuovo paese. In realtà, è la cosa che più mi
affascina ed entusiasma della vita da expat, è un modo per innalzare
l’asticella dei nostri limiti, è darsi ogni volta una nuova sfida e doverla
affrontare cercando di uscirne vittoriosi. Per i nostri figli non è sempre
facile, io e mio marito cerchiamo di far vivere serenamente ogni cambiamento ma
inetivabilemente questo porta con sé delle sofferenze, delle rinunce e delle
nuove salite. Cambiare paese per loro significa salutare i vecchi amici per
doverne conoscere di nuovi, abbandonare una realtà alla quale ci si era
abituati per imparare a viverne una nuova. Io credo che questo sia un ottimo
esercizio per aprire le loro menti, diventare flessibili e capaci di reagire ai
cambiamenti, non so, solo in futuro lo scopriremo, ma ormai sarà tardi!
Mimma: Farli vivere
lontani dagli affetti e da legami
importanti. Insegnare a dire addio, anche se noi diciamo sempre arrivederci.
Mia figlia ora è
più grande, capisce. E se finora è stato facile, ora diventa sempre più
difficile spiegarle perchè non vive
vicino ai cugini che adora. E' stato difficile per lei accettare di non vedere
più Tommaso e Riccardo.
Dove non vi
trasferireste mai, nemmeno per amore della famiglia?
Drusilla: Se mi
avessi fatto questa domanda lo scorso anno con certezza di avrei detto Arabia
Saudita! Ora ti dico centro Africa, ovvero quei paesi dove oltre al rischio di
malattie gravi come la malaria si vive anche una situazione poco sicura a causa
di guerre o attentati. Quello che posso dire è: “mai dire mai!”. Con il lavoro
di mio marito potrei finire in qualsiasi parte del mondo. Sicuramente se
dovessi percepire una situazione di pericolo per me o i miei figli non
partirei, quello è l’accordo che abbiamo io e mio marito.
Mimma: Se tu mi
avessi fatto questa domanda tre anni fa ti avrei detto:
oltre la prima cerchia di circonvallazione di Milano. Ora ho capito che sono
loro, Giada e mio marito il mio indirizzo di casa. E con Raffaele sappiamo di
poter stare ovunque ora.
Certo non in posti
pericolosi, ma quelli mio marito non li prende nemmeno in considerazione, lui è
ancora più attento di me. E se devo
farti un nome direi pure io centro Africa.
Grazie ragazze, ci avete donato un altro pezzo di voi ed ora ci conosciamo ancora di più e per chi se lo fosse perso nei mesi scorsi, ora Ma come ci siamo finite in Kuwait? è pure in versione ebook, acquistabile su Amazon e su Google Play.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma
Grazie!!!!!
RispondiEliminaChe emozione!!!!
Mamma Piky, sei stata una delle prime blogger che abbiamo incontrato quando abbiamo aperto le Mamme nel Deserto, sei fantastica, simpaticissima, mai banale, sempre interessante ed è bello farsi intervistare da te!
Un abbraccio grandissimo e grazie di cuore per questa bella intervist.
Grazie a voi ragazze! Questa intervista e' piena di coraggio e vita ed il primo serve se vogliamo avere la seconda! :-)))
EliminaBellissimo racconto, grazie!
RispondiEliminabella quest'intervista ;-)
RispondiEliminae prima o poi lo leggerò il vostro libro!!!
Grazie Gabriella!!!!
EliminaGab, fatti un regalo per Natale! ;-)))
EliminaUna bellissima testimonianza...
RispondiEliminaintervista davvero interessante! libro da leggere .. grazie!
RispondiEliminahttp://emiliasalentoeffettomoda.altervista.org/shopping-outfit-per-natale-da-corten-outlet-abbigliamento-uomo-donna-lecce-puglia-salento/
grazie
Io non le conoscevo!!!...e mi sono emozionata: anche io ho vissuto un periodo da figlia di expat, in Nord Africa, alle elementari.
RispondiEliminaRicordo quando mio padre ci venne finalmente a prendere, per vivere tutti insieme in terra straniera dopo tre mesi di lontananza; l'orribile viaggio in nave dalla Francia, dove eravamo giunti in auto; terra e lingua straniera, pianti all'arrivo e pianti alla partenza...un'esperienza indimenticabile, meravigliosamente indimenticabile!
Vado subito a comprare l' e-book
Sono favolose, il blog e' divertente e interessante al tempo stesso....non nego che mi ha fatto venire la voglia di expat!!! ;-)))
EliminaIo ho adorato il loro libro e ora adoro questa intervista. Mimma e Drusilla, il bello di voi è che sapete trasmettere entusiasmo senza nascondere le difficoltà di ciò che vivete. Dopo i consigli di acquisto on line che ho colto al volo, ora una bellissima intervista....grazie Mamma Piky, leggerti e' sempre interessante!
RispondiEliminaGrazie sei sempre gentilissima e so che questo libro lo hai amato anche tu, parlare di Mimma e Dru e' facile, eppure dietro le loro parole, il loro entusiasmo, si legge, come hai detto tu, la difficoltà di una vita in giro per il mondo ma loro te la raccontano senza pesantezza. Mi ha fatto riflettere molto la parte in cui parlano degli "addii" perché io non li amo a prescindere, ma una vita da expat te li propone di continuo.
EliminaSeguo da sempre Mimma e Drusilla e sapevo tutte le risposte
RispondiElimina:)
Tu Dru la conosci pure!!! Non vale!!!! ;-)))
Eliminadonne meravigliose come chi le ha intervistate;-)) <3 <3 <3
RispondiEliminaMeravigliosa sei!!! E sempre troppo buona!!! Ma ci vieni a mangiarti una fetta di panettone da me? ;-)))
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